Ravenna

Foto di Livio G. Rossetti
8 aprile 2018
Gita giornaliera organizzata da un'agenzia cossatese; accompagnatrice l'ottima Silvana, già incontrata nella gita di Pasqua. Appuntamento per un piccolo gruppo di novaresi al casello di Novara est alle 06,00 di domenica 8 aprile. Viaggio di quasi cinque ore, compresa la sosta colazione.
Il programma della giornata prevede la visita guidata di Sant'Apollinare Nuovo, Tomba di Dante e Battistero Neoniano, il Mausoleo di Galla Placidia e San Vitale. Per mio conto visiterò il Battistero degli Ariani, San Giovanni Evangelista, la Rocca di Brancaleone,il Mausoleo di Teodorico, la chiesa di San Francesco, il Duomo e la Cappella di Sant Andrea. Prima di ripartire, in gruppo visiteremo Sant'Apollinare in Classe, e poi il rientro a casa.
Ravenna è una città di media grandezza contando circa 180 mila persone con un centro abbastanza raccolto. È la città più grande e storicamente più importante della Romagna, la venticinquesima città d'Italia; il suo territorio comunale è il secondo per superficie e comprende nove lidi della riviera romagnola. Ravenna è stata capitale tre volte: dell'Impero romano d'Occidente (402-476), del Regno degli Ostrogoti (493-553) e dell'Esarcato bizantino (568-751), negli anni in cui Roma fu abbandonata come capitale.
La caratteristica fondamentale di Ravenna per tutta l'antichità fu quella di essere circondata dalle acque ed accessibile solo dal mare. Tale particolarità non passò inosservata ai Romani, e l'imperatore Ottaviano Augusto dislocò qui la flotta militare dell'alto Adriatico. Per questo fine fece eseguire importanti lavori di sistemazione idraulica: fece scavare la Fossa Augustea, un canale che collegava il Po con l'ampio specchio di acqua a sud di Ravenna e qui fondò il porto di Classe che poteva contenere fino a 250 triremi e 10 000 marinai.
Ai tempi dell'Impero romano la città crebbe di importanza: il porto militare divenne anche porto commerciale con traffici verso tutto il Mediterraneo. Nel 402 l'imperatore Onorio trasferì a Ravenna la residenza imperiale da Milano, per sfuggire alle minacce di Alarico. A Ravenna si decisero le sorti dell'Impero d'Occidente allorchè nel 476 venne deposto l'ultimo imperatore, Romolo Augusto, per mano di Odoacre, re degli Eruli. Il regno di Odoacre ebbe vita breve e il re dei Goti Teodorico, nel 493, rivendicò il controllo della città. Il sovrano goto, che morì nel 526, si distinse per una politica di distensione soprattutto dal punto di vista religioso. La presenza di una vasta comunità di cristiani ariani portò alla costruzione di numerosi edifici di culto, e la città si arricchì di opere e cultura.
Divenuto imperatore d'Oriente, Giustiniano I avviò un programma di riconquista di quei territori dell'Impero romano d'Occidente occupati da regni barbarici. Per fare ciò diede l'avvio ad un'offensiva militare nota come guerra gotica. Giustiniano stabilà un protettorato che ebbe sede a Ravenna e si preoccupò di fare occupare il soglio vescovile ravennate da Massimiano, suo uomo di fiducia, che assunse, per volontà dell'imperatore e per la prima volta nella storia della chiesa, il ruolo di arcivescovo. Nel 751 l'Esarcato cadde sotto l'offensiva dei Longobardi. Per volontà del re dei Franchi, Pipino il Breve, la città nel 754 passò sotto il controllo del papa. Il patto non fu mai operativo in quanto i Longobardi rimasero in città fino al 756 e, successivamente a tale data, il potere fu esercitato dagli arcivescovi con l'appoggio dell'aristocrazia locale e in forza di antichi privilegi che riconoscevano alla chiesa ravennate l'indipendenza dal papato di Roma (autocefalia). I privilegi di cui gli arcivescovi godevano portarono questi ultimi a posizioni di aperto scontro con i papi romani, appoggiando gli imperatori, dagli Ottoni agli Svevi.
Per le vestigia di questo passato, il complesso dei primi monumenti cristiani di Ravenna è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Il centro della città si trova a 8 km dal mare Adriatico, al quale è collegato per mezzo del canale Candiano. Le spiagge ravennati vengono chiamate "lidi". I nove lidi ravennati sono definiti, in base alla posizione rispetto al canale portuale, in "Lidi Nord" o "Lidi Sud". Nei lidi nord si incontrano ampi specchi d'acqua e la Pineta di San Vitale. A sud vi è la Pineta di Classe e i lidi sono quelli con la più marcata impronta turistica.

Sant Apollinare Nuovo, La Basilica Palatina

Giunti a Ravenna, facciamo l'incontro con la guida locale, di origine tedesca. La prima tappa sarà la basilica palatina di Sant'Apollinare nuovo.
L'attuale denominazione della basilica risale al IX secolo, periodo in cui le reliquie del protovescovo Apollinare, a causa delle frequenti incursioni piratesche sulla costa ravennate, per ragioni di sicurezza, furono trasferite dalla basilica di Sant'Apollinare in Classe in quella di San Martino che venne rinominata Sant'Apollinare Nuovo.
La basilica fu fatta erigere dal re goto Teodorico nel 505 come chiesa di culto ariano con il nome di Domini Nostri Jesu Christi. Fu la chiesa palatina di Teodorico. In seguito alla conquista della città da parte dell'Impero bizantino (540) l'imperatore Giustiniano passò alla Chiesa cattolica tutti i beni immobili già posseduti dagli ariani. Tutti gli edifici legati ai goti e all'arianesimo furono integrati al culto cattolico. La basilica ex teodoriciana venne riconsacrata a San Martino di Tours, difensore della fede cattolica e avversario di ogni eresia.
La chiesa porta i segni di questa operazione: la fascia sopra gli archi era corredata da un ciclo di mosaici con temi legati alla religione ariana. Su iniziativa del vescovo Agnello, il ciclo fu cancellato e la fascia venne ridecorata. Furono risparmiati solo gli ordini più alti con le "Storie di Cristo" e con i profeti, mentre nella fascia più bassa vennero eseguiti gli attuali mosaici, salvando solo le vedute del Porto di Classe e del Palatium di Teodorico, cancellando tutti i ritratti che appartenevano a Teodorico e ai suoi dignitari.
La basilica è un edificio a tre navate, privo di quadriportico e preceduto da un portico o nartece, risalente al XVI secolo. Nella parte anteriore destra rispetto alla Basilica, si innalza un campanile dalla pianta circolare in mattoni. Come tutte le chiese di Ravenna, dei periodi imperiale (fino al 402-476), ostrogotico (fino al 476-540) e giustinianeo (dal 540-565 in poi), anche Sant'Apollinare Nuovo è decorata con mosaici. La fascia più alta è decorata da una serie di riquadri intervallati dal motivo allegorico di un padiglione con due colombe. I riquadri presentano scene della vita di Cristo e sono particolarmente curati nei dettagli.
La fascia mediana è composta da riquadri tra le finestre che incorniciano solide figure di Santi e Profeti dalle vesti ombreggiate e morbidamente panneggiate. Essi, nonostante l'indefinito fondo oro, si dispongono su un piano prospettico.
La fascia inferiore è quella maggiormente manomessa. Sulla parete di destra è raffigurato il Palazzo di Teodorico, riconoscibile dalla scritta latina PALATIUM. Sulla parete di fronte è raffigurato il porto di Classe, che in quel tempo era il più grande di tutto l'Adriatico e una delle due principali sedi della flotta imperiale romana.
Le contrapposte processioni di Santi Martiri e Sante Vergini furono eseguite nel periodo di dominazione bizantina ed evidenziano la ripetitività dei gesti, la preziosità degli abiti, la mancanza di volume, l'assoluta frontalità, la fissità degli sguardi, la quasi monocromia degli sfondi in oro, l'impiego degli elementi vegetali a scopo puramente riempitivo, la mancanza di un piano d'appoggio per le figure. Le processioni dei Martiri muovono da Ravenna verso Gesù in trono tra gli angeli. La teoria delle Vergini, preceduta dai Magi muove dalla città di Classe verso la Madonna col Bambino e sono della metà del VI secolo. L'abside venne distrutta da un terremoto e poi ricostruita, e per questo motivo è completamente priva di mosaici.

Tomba di Dante