Waterloo 1815

16 agosto 2019
Foto di Livio G. Rossetti

Dopo la prima colazione a buffet, breve sosta al parco di Waterloo ove sarà possibile rivivere il giorno della caduta dell'Impero Napoleonico dopo la disfatta della Grande Armée contro l'esercito britannico del duca di Wellington. Il tempo nuvoloso che minaccia pioggia e la sosta molto breve non permette di scattare foto interessanti, tra l'altro i campi di battaglia sono lievi odulature del terreno a prato con boschetti in lontananza; uma enorme collina artificiale con sopra un grande leone simbolo sia del vincitore che dello sconfitto.

Possono dare l'idea della battaglia protrattasi per alcuni giorni alcune riproduzioni di quadri, le immagini di alcune rievocazioni storiche recenti e le mappe con la dislocazione dei vari contingenti reperiti in internet.
La battaglia di Waterloo (denominata inizialmente dai francesi battaglia di Mont Saint-Jean e dai prussiani battaglia di Belle-Alliance) si svolse nella sua fase terminale il 18 giugno 1815 durante la guerra della Settima coalizione fra le truppe francesi guidate da Napoleone Bonaparte e gli eserciti britannici del Duca di Wellington e prussiano del feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher. Fu una delle più combattute e sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche, nonché l'ultima battaglia di Napoleone, segnando la sua definitiva sconfitta e il conseguente esilio a Sant'Elena. La battaglia in realtà ebbe luogo nel territorio del villaggio di Mont-Saint-Jean, situato alcuni chilometri a sud della cittadina di Waterloo, nella quale si trovava il quartier generale del Duca di Wellington.

Dopo la fuga di Napoleone dall'isola d'Elba nel marzo 1815, i rappresentanti delle grandi potenze della coalizione, riuniti in quel momento nel congresso di Vienna, fin dal 13 marzo 1815, dopo aver ricevuto la clamorosa notizia del ritorno dell'imperatore, avevano deciso di rifiutare ogni colloquio con Napoleone che avevano messo ufficialmente al "bando dall'Europa" e dichiarato "nemico pubblico" e perturbatore della pace europea. Il 25 marzo 1815 l'Impero austriaco, l'Impero russo, il Regno di Prussia e il Regno Unito confermarono ufficialmente l'alleanza di Chaumont del 1814 e costituirono, insieme ad altri Stati minori, la settima coalizione con lo scopo di sconfiggere definitivamente l'imperatore francese. Napoleone decise di attaccare di sorpresa i due eserciti che Regno Unito e Prussia avevano raggruppato in Belgio; l'imperatore sperava di raggiungere una rapida vittoria sfruttando la scarsa coesione dei suoi avversari.
Nelle prime ore del 15 giugno i vari corpi d'armata francesi iniziarono a marciare in territorio belga; secondo gli ordini dell'imperatore l'armata avrebbe dovuto avanzare rapidamente e di sorpresa su Charleroi dove avrebbe attraversato la Sambre, irrompendo al centro dello schieramento nemico. Il mattino del 16 giugno Napoleone si recò di persona nelle posizioni di prima linea a contatto con i prussiani; dopo una valutazione delle forze nemiche dal suo posto di comando posto nel mulino di Naveau, l'Imperatore si convinse di avere davanti il grosso dell'esercito nemico. A Ligny Napoleone riuscì a battere i prussiani, ma le difficoltà delle comunicazioni con l'ala sinistra di Ney impedirono il sopraggiungere di rinforzi che avrebbero trasformato il successo francese in una vittoria decisiva; Blücher invece riuscì a ritirare le sue forze durante la notte sotto una violenta pioggia.

Napoleone, esausto e provato fisicamente, ritenne impossibile inseguire subito i prussiani e solo alle ore 9:00 del 17 giugno raggiunse il campo di battaglia e diede i primi ordini al maresciallo Grouchy. Il maresciallo doveva marciare con due corpi d'armata e tre reparti di cavalleria all'inseguimento dei prussiani e «incalzarli senza perderli di vista», mentre l'Imperatore avrebbe concentrato il grosso dell'armata contro l'esercito del Duca di Wellington. Nella pianura i soldati dei due eserciti avversari passarono la notte del 17 con grande disagio; le truppe rimasero all'aperto, su un terreno fangoso, senza riparo dalla pioggia che continuava a cadere; pochi riuscirono a dormire. Al mattino i soldati francesi, bagnati e infreddoliti, cercarono di riorganizzarsi, fecero cuocere le zuppe e ricevettero il pane; le truppe impiegarono il tempo soprattutto ad asciugare e controllare le armi per l'attesa battaglia; poco dopo l'alba la pioggia iniziò a cadere con minore intensità. Wellington, informato che Blücher era riuscito a riorganizzare il suo esercito e sembrava intenzionato a marciare in suo aiuto, prese la decisione di rischiare una battaglia contro le forze di Napoleone.

Il campo di battaglia di Waterloo è particolarmente uniforme: l'area in cui si svolsero i combattimenti misurava circa 5 chilometri da est a ovest e meno di 2,5 chilometri da nord a sud; in questo angusto spazio, separati da appena 800 metri, stavano i due eserciti per un totale di 140 000 uomini e oltre 400 cannoni, a cui si sarebbero aggiunti circa 48 000 soldati di Blücher. Secondo David Chandler l'esercito del Duca di Wellington ammontava a 57 660 uomini, di cui 49 600 fanti, 12 410 a cavallo (ussari, lancieri, dragoni e altre specialità) e 5 650 artiglieri con 156 pezzi d'artiglieria. Il grosso di questi soldati era disposto su entrambi i pendii della cresta di Mont-Saint-Jean, in una posizione al riparo dell'artiglieria di Napoleone. L'Armée du Nord di Napoleone ammontava a 71 947 uomini, di cui 48 950 baionette, 15 765 sciabole e 7 232 artiglieri con 246 pezzi d'artiglieria. Wellington schierò i suoi uomini in difesa lungo la scarpata di Mont-Saint-Jean, vicino alla strada per Bruxelles. Napoleone sferrò una serie di sanguinosi attacchi contro le linee britanniche a partire dalle ore 11:30 e nel tardo pomeriggio sembrò vicino alla vittoria, ma l'ostinata resistenza del nemico e l'arrivo in massa dei prussiani decisero alla fine la battaglia a favore dei coalizzati.

A Waterloo giacevano, tra morti e feriti, 15.000 soldati alleati (oltre 10.000 britannici, 1.300 di Brunswick e di Nassau e oltre 4.000 belgi e olandesi), 7.000 prussiani e 25.000 francesi; questi ultimi ebbero anche 8.000 prigionieri e quasi altrettanti disertarono nei giorni seguenti. In totale, sul campo di battaglia caddero morti o feriti più di 47.000 uomini.

Terminata la breve visita siamo partiti per la Francia, per visitare Reims.