La ferrovia della Valsesia

Una passeggiata per Varallo Sesia

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri
Varallo (Vrol in lingua walser), noto anche come "Varallo Sesia", è un comune di 7.500 abitanti ed è il comune più esteso della provincia di Vercelli. Sorge lungo le rive della Sesia ed è diviso in due parti dal torrente Mastallone, suo affluente, che separa il centro storico, detto Varallo Vecchio, dai quartieri più recenti. È dominato dal Sacro Monte di Varallo, uno dei maggiori luoghi di culto del cattolicesimo del Piemonte, che attira annualmente migliaia di turisti.
Varallo tra l'12 settembre 1944 e il 25 aprile 1945 è stato Comando "zona militare Valsesia" con Cino Moscatelli come Commissario di guerra, Eraldo (Ciro) Gastone come Comandante militare e Aldo (Aldo) Benoni Capo di stato maggiore. L'11 luglio 1944 venne proclamata la Repubblica partigiana della Valsesia. Varallo è tra le Città decorate per la guerra di liberazione in quanto insignita della Medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Varal, ancora prima Varade ovvero War-Ade, war (acqua) ade (sacro), Varallo anticamente aveva come porta il ponte sul Mastallone, quindi era difesa dal Sicide (Sesia ovvero Sejs=confine) sulla destra e dal Mastallone sulla sinistra con la naturale fortificazione alle spalle data dalla montagna. La tribù insubre dei Sicidi, di cui la Valsesia faceva parte, indicava come sacre le unioni delle acque. Il più antico documento relativo a "Varade", risale al 10 giugno 1025: si tratta di un diploma con il quale il re di Germania Corrado II il Salico, conferiva al vescovo Pietro di Novara alcuni beni tra cui la val d'Otro, il ponte di Varallo e Roccapietra. In seguito iniziò ad affermarsi la denominazione "Varale", che compare in un documento del 6 marzo 1083 con il quale il conte Guido di Pombia donava alcuni beni situati in Valsesia all'abbazia di Cluny, tra i quali un mulino che sorgeva "in loco ubi dicitur Varale"; questa denominazione, tanto nella forma "Varale" che in quella villam Varallis, si diffuse durante il XII secolo.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie fu fatta costruire da padre Bernardino Caimi tra il 1486 ed il 1493, in contemporanea con l'avvio dei lavori al Sacro Monte. Lo stile è gotico, espresso qui in una versione alquanto sobria. Troviamo al suo interno la tipica suddivisione tra uno spazio riservato ai fedeli ed uno per i frati, separati da una parete divisoria che giunge fino al soffitto, retta da tre archi a tutto sesto; quello centrale dà accesso all'aula riservata ai religiosi, i due laterali ospitano altrettante cappelle. Sulla grande parete divisoria Gaudenzio Ferrari ha dipinto nel 1513 una delle sue opere di maggior valore artistico.

Gli affreschi realizzati dal Ferrari costituiscono uno dei capolavori della pittura rinascimentale tra Piemonte e Lombardia. Essi raccontano la Vita e la Passione di Cristo attraverso scene che occupano una superficie di 10,4 x 8 metri: venti riquadri di uguale grandezza illustrano le vicende del racconto evangelico, dalla Annunciazione alla Resurrezione di Cristo. Una ulteriore scena, di dimensione quadrupla, posta al centro della parete, rappresenta la Crocifissione di Cristo. Ferrari realizza gli affreschi di questa parete quando già da almeno una decina di anni era impegnato nei lavori al Sacro Monte ed aveva già al suo attivo opere prestigiose.


Usciti dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, è proseguita la visita al centro storico dove si possono ammirare palazzi di epoca medioevale ma anche borocca di notevole bellezza, sino alla collegiata di San Gaudenzio, che è la chiesa principale di Varallo, costruita su di un piccolo promontorio roccioso al centro della cittadina, in piazza Vittorio Emanuele. Alcuni studiosi ritengono che la chiesa, dedicata a san Gaudenzio primo vescovo di Novara, sia sorta sul luogo di un precedente edificio di culto pagano, ma le prime notizie su di essa risalgono al basso medioevo.

Terminata la visita del centro di Varallo ci siamo recati alla stazione di partenza della funivia per la salita al Sacro Monte .