STORIA DELLE DROGHE



Da molto tempo l'uomo ha sentito il desiderio di evadere dalla realtà per entrare in contatto con i propri avi, con le divinità, con i mitici fondatori della tribù e del genere umano o di sfuggire alle difficoltà quotidiane, alle angosce, alle paure. Nell'antichità erano già conosciute alcune sostanze che producevano effetti particolari sull'organismo e venivano considerate come sostanze magiche, essenziali per determinati riti.

Oppio, cocaina e altre sostanze come l'hascish, sono usate da molte popolazioni fin dall'antichità, ma solo da pochi decenni i trafficanti internazionali ne hanno fatto un lucroso affare con miliardi di dollari di utile annuo. L'abuso di tali sostanze e la diffusione in occidente, soprattutto dopo gli anni Sessanta, ha trasformato il fenomeno in uno dei problemi sociali più gravi.

LA DROGA

Diversi studiosi sono concordi nell'affermare che il termine droga derivi dalla parola di origine olandese droog e dal neerlendese droghe, cioè "secco". Nella lingua italiana il termine "droghe vate" significa "barile di sostanza secca" ovvero il mezzo con cui venivano importati, specialmente dalle Indie Olandesi, vegetali essiccati da cui si estraevano spezie e medicamenti, molti dei quali avevano effetti sconvolgenti sulla mente. In inglese il termine drug o medical drug sta ad indicare un farmaco, se preceduto da toxic un veleno, se preceduto da psyco uno psicofarmaco, associato alla parola abuse una sostanza psicoattiva, causa di tossicomania; cioè la droga del mondo moderno.

Con il termine droga si indicano tutte le sostanze psicoattive, cioè quelle che hanno un effetto sul sistema nervoso ed alterano l'equilibrio psicofisico dell'organismo. Ci sono alcune sostanze di questo tipo che sono usate liberamente come la nicotina (anch'essa entrata nel mirino dei divieti o delle limitazioni), l'alcool (in alcuni momenti della storia americana messo al bando e, per motivi religiosi, proibito nelle regioni islamiche) e la caffeina. Altre, invece, possono essere utilizzate solo per scopi curativi, venendo prescritte dal medico in quantità rigorosamente controllate. In altri casi il loro consumo è considerato illecito, come è il caso dell'eroina della cocaina o di altre sostanze di origine naturale o chimica.

UN PO' DI STORIA...

I veleni sono spesso utilizzati per la cura di particolari malattie, ma a volte rappresentano il male: dipende dal modo come vengono utilizzati dall'uomo. Questa caratteristica benefica o, al contrario, malefica è tipica degli alcaloidi dell'oppio, materia prima da cui si ottengono la morfina, la codeina e altre sostanze.

L'oppio si ottiene dalle capsule che racchiudono i semi del papavero domestico o sonnifero. Incidendo le capsule non ancora mature, si ottiene un succo che viene condensato: è questa sostanza che viene chiamata oppio. Il papavero domestico è comparso per la prima volta nel Vicino Oriente ed è stato utilizzato dai greci per la sua proprietà di attenuare i dolori. Dai greci, l'uso di tale sostanza passò ai romani per divenire, tra il XIII e il XIV secolo, un medicinale largamente usato nelle farmacie.

Nel XIX secolo si abbandonò l'uso dell'oppio grezzo e subentrarono in farmacia i suoi derivati morfina e codeina usati per lenire dolori o tossi insistenti. Non così in Asia. A partire dal VII secolo, con l'espansione dell'islam, si diffuse il consumo di oppio, grazie alle sue proprietà antidolorifiche ma anche alla possibilità di far sognare e svanire le miserie di questo mondo. I commercianti arabi diffusero poi l'oppio in India e in Malesia, mentre i mongoli, invadendo la Cina, diffusero tale sostanza nel grande Impero orientale.

Nella regione del Vicino Oriente, dove si diffuse l'oppio, era ampiamente utilizzato un altro prodotto, l'hascisch, sostanza resinosa che si ottiene dalla canapa, di origine indiana, che i persiani avevano introdotto nelle loro terre. Quando si diffuse l'islam, oppio e hascisch coesistevano in tutta la regione. L'hascisch provocava uno stato di estasi più rapidamente di quanto non facessero la preghiera, il digiuno o la danza, perciò venne impiegato abbondantemente da alcune sette maomettane come quella degli "haschaschin" (cioè seguaci dell'hascisch), termine tradotto in assassin dai francesi e assassino in italiano.

La storia dell'oppio in Cina si differenzia un po' da quella mediorientale. Agli inizi esso fu mangiato sotto forma di pasticche, poi, nel XVII secolo, si cominciò a fumarlo come il tabacco e se ne aumentò la coltivazione, in modo da diminuire la dipendenza dai Gran Mogol che, coltivando il papavero nella regione del Bengala, esportavano, con grande lucro, la droga in tutto l'Oriente. All'epoca della penetrazione inglese in India, la Compagnia delle Indie orientali ebbe il monopolio dell'esportazione dell'oppio da lord Clive che lo sottrasse ai Gran Mogol, a partire dalla metà del XVIII secolo. Da quel momento gli inglesi vendettero agli indiani, ai cinesi e a tutti i popoli dell'oriente il prodotto che rendeva più di qualsiasi altra merce.

Poco a poco, milioni di cinesi divennero schiavi dell'oppio che li faceva sognare e sentire liberi dal fardello delle miserie quotidiane. Al risveglio, invece, il corpo era spossato, con continui tremiti, evidenti segni di dimagrimento, la mente vuota, il vivere giorno dopo giorno insulso e inutile: dopo alcuni anni di ebbrezza e sogni, una vita di inedie fino ad una morte certa. La situazione in Cina si aggravò sino al punto da spingere il governo imperiale a proibire, nel 1820, l'importazione di oppio, entrando così in rotta di collisione con gli interessi economici inglesi.

L'esportazione clandestina di oppio continuò sino al punto da provocare una vergognosa guerra (denominata guerra dell'oppio) tra Cina e Inghilterra che, vinta da quest'ultima, portò alla "pace" di Nanchino, alla cessione del territorio di Hong Kong e all'apertura dei porti cinesi alle merci europee. Dopo il 1858, liquidata la Compagnia delle Indie orientali, il commercio all'ingrosso e al minuto dell'oppio fu gestito direttamente dal governo britannico che solo nel 1906 promise una riduzione del volume di oppio "inglese" a patto che i cinesi riducessero la loro produzione.

L'uso dell'oppio si diffuse anche presso i coloni e le truppe europee; il loro ritorno in patria, coincise con la diffusione dell'oppio in Europa, soprattutto presso scrittori, artisti e nobili. Fu l'oppio ad ispirare Baudelaire ne "I paradisi artificiali" e a portarlo alla morte a soli 46 anni. I cinesi che migrarono in America furono invece la causa della diffusione dell'oppio negli USA e ciò spinse il governo americano a favorire l'adozione della Convenzione dell'oppio all'Aja, nel 1912.

Questo cambiamento di rotta nei confronti dell'oppio portò ad una lotta contro le droghe in auge a quei tempi: la Cina decapitò i trafficanti di oppio, la Persia li impiccò, l'Egitto li condannò all'ergastolo. La Convenzione dell'Aja si occupò anche di altre sostanze, tra cui la cocaina. Originaria dell'America, deriva dalle foglie del cespuglio di coca che contengono una trentina di alcaloidi. Da molto tempo, grazie alla proprietà di sedare il dolore e sopportare la fatica e le privazioni, gli incas del Perù ne facevano regolarmente uso non solo durante il lavoro ma anche durante le cerimonie religiose.

Non è immune dall'uso di alcaloidi l'Africa e la regione del Mar Rosso: il qat o Khat e la noce di cola sono i più diffusi.

Nel XX secolo gli Stati occidentali hanno dichiarato le droghe illecite e quindi proibite, anche se durante la seconda guerra mondiale sia per vincere la paura che per mantenere elevato l'onore patrio i soldati americani facevano uso di anfetamine, sostanze sintetiche scoperte circa venti anni prima.

Negli anni 60, la droga diviene un fenomeno di massa grazie all'esplodere della contestazione giovanile. L'uso è comunitario e democratico in netto contrasto con il passato. Le comunità però sono precarie, in sintonia con l'irrequietezza caratteristica dei govani componenti, il territorio fisso viene gestito dagli spacciatori che sono i dominatori del fenomeno della droga di massa.

Un grande impulso alla diffusione è venuto dal mondo asiatico in seguito alle guerre del Vietnam e della Corea, l'uso di stupefacenti durante il conflitto ha fatto si che i giovani americani tornati in patria continuassero anche nella vita civile l'abitudine assunta.

Mentre nel passato le tossicomanie erano confinate in ambienti legati alla delinquenza, oggi si sviluppano tra i giovani indipendentemente dalle condizione economiche e sociali . Tutto questo costituisce un problema molto grave a causa della divergenza tra il sempre crescente numero di persone coinvolte e gli insufficienti rimedi per combatterla. A ciò occorre aggiungere la presenza di spacciatori, privi di scrupoli, che inizialmente vendono la droga a poco prezzo, in seguito, l'acquirente, diventato ormai tossicodipendente, sarà costretto a comprare la droga a caro prezzo.

L'Italia è fortemente coinvolta: secondo le statistiche ufficiali sarebbe al primo posto in Europa come numero di tossicodipendenti afferenti alle strutture pubbliche, seguita da Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Malgrado l'informazione, la prevenzione e la reppressione sempre più massicce, il fenomeno non si è fermato, anzi sta assumendo proporzioni preoccupanti.