Ostensione Santa Sindone, Torino 2015

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri

Lunedì 8 giugno, di buon mattino, mi reco in stazione con Anna; prendo il treno per Torino e, lontano dalla confusione, mi reco a Piazza Castello in attesa di poter entrare in duomo per la visita alla Sindone. Prima di mezzogiorno, orario assegnato all'atto della prenotazione, entriamo nei Giardini Reali lungo viale dei Partigiani per raggiungere la cappella della Cattedrale di San Giovanni Battista ove è stata collocata la teca con la Sindone. I viali, di lunedì, sono quasi deserti, percorriamo il lungo tragitto in breve tempo senza fare code ed entriamo in chiesa in un'atmosfera buia e silenziosa. Possiamo rimanere un certo tempo, sufficiente a scattare alcune foto, da una decina di metri o poco più, a mano libera. Il resto sarà fatto a casa, con ritocco fotografico, lavorando su colore, contrasto, scala di grigi, positivo e negativo.

La Sindone di Torino è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Gesù. La tradizione cristiana identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.
Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010 e 2013. L'ultima Ostensione si è svolta dal 18 aprile al 24 giugno 2015. Il periodo è stato più lungo (67 giorni) rispetto a quello di altre esposizioni del Telo sia per la visita del Papa (che avverrà il 21 giugno) sia per la concomitanza con le celebrazioni del Giubileo Salesiano (200 anni dalla nascita di Don Bosco).

Nel 1988, l'esame del carbonio 14 ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all'inizio della storia della Sindone documentata. Ciononostante, la sua autenticità continua a essere oggetto di fortissime controversie. La prima notizia riferita con certezza alla Sindone che oggi si trova a Torino risale al 1353: il 20 giugno il cavaliere Geoffroy di Charny, che ha fatto costruire una chiesa nella cittadina di Lirey, dona alla collegiata della stessa chiesa un lenzuolo che dichiara essere la Sindone che avvolse il corpo di Gesù. Il possesso della Sindone da parte di Geoffroy è comprovato anche da un medaglione votivo ripescato nel 1855 nella Senna, conservato al Museo Cluny di Parigi: su di esso sono raffigurati la Sindone, le armi degli Charny e quelle dei Vergy, il casato di sua moglie Giovanna.

Margherita di Charny, figlia di Geoffroy II, nel 1453, vende la Sindone ai duchi di Savoia. I Savoia conservano la Sindone nella loro capitale, Chambéry dove, nel 1502 fanno costruire una cappella apposita. La notte tra il 3 e il 4 dicembre 1532, la cappella in cui la Sindone è custodita va a fuoco e il lenzuolo rischia di essere distrutto: alcune persone forzano i cancelli ed entrano nella cappella riuscendo a portare in salvo il reliquiario d'argento che era già avvolto dalle fiamme. Alcune gocce d'argento fuso sono cadute sul lenzuolo bruciandolo in più punti. La Sindone fu affidata alle suore clarisse di Chambéry che la riparano applicando dei rappezzi alle bruciature più grandi e cucendo il lenzuolo su una tela di rinforzo. La Sindone viene di nuovo esposta pubblicamente nel 1534.

Nel 1535 il duca Carlo III deve lasciare Chambéry a causa della guerra e porta con sé la Sindone. Negli anni successivi il lenzuolo viene portato a Torino, Vercelli e Nizza; soltanto nel 1560 Emanuele Filiberto può riportare la Sindone a Chambéry, dove rimane per i successivi diciotto anni. Dopo aver trasferito la capitale da Chambéry a Torino nel 1562, nel 1578 il duca decide di portarvi anche la Sindone. L'occasione si presenta quando l'arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, fa sapere che intende recarsi in pellegrinaggio a visitare la Sindone. Emanuele Filiberto ordina di trasferire la tela a Torino e, da allora, resterà a Torino. Nel 1694 viene collocata nella nuova Cappella appositamente edificata tra il Duomo e il Palazzo reale dall'architetto Guarino Guarini.

In occasione dell'ostensione pubblica del 1898, l'avvocato Secondo Pia, appassionato di fotografia, ottiene dal re Umberto I il permesso di fotografare la Sindone. Pia esegue due fotografie e al momento dello sviluppo gli si manifesta un fatto sorprendente: l'immagine della Sindone sul negativo fotografico appare "al positivo", vale a dire che l'immagine stessa è in realtà un negativo. Nel 1931 viene eseguita una nuova serie di fotografie, affidata a Giuseppe Enrie. Per evitare polemiche, tutte le operazioni vengono svolte in presenza di testimoni e certificate da un notaio. Le fotografie di Enrie confermano la scoperta del Pia. Nel 1959 viene fondato il Centro Internazionale di Sindonologia con lo scopo di promuovere studi e ricerche sulla Sindone di Torino.

Nel 1983 muore Umberto II di Savoia, ultimo re d'Italia: nel suo testamento egli lascia la Sindone in eredità al Papa. Giovanni Paolo II stabilisce che essa rimanga a Torino e nomina l'arcivescovo della città suo custode. Nel 1988 tre laboratori internazionali eseguono l'esame del carbonio 14: la Sindone viene datata agli anni 1260-1390, ma il risultato viene contestato da numerosi sindonologi. Nel 1997 un incendio scoppiato nella cappella del Guarini mette di nuovo in pericolo la Sindone. Nel 2002 la Sindone viene sottoposta a un intervento di restauro conservativo: vengono rimossi i lembi di tessuto bruciato nell'incendio del 1532 e i rattoppi applicati dalle suore di Chambéry; anche il telo di sostegno applicata nel 1534 viene sostituito. Il lenzuolo inoltre viene stirato meccanicamente per eliminare le pieghe e ripulito dalla polvere.

Luci d'Artista a Torino 13 dicembre 2015

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri

Partenza da Novara alle h 9.30 con Tricky trur. Arrivati a Torino incontriamo la guida per un giro della città partendo davanti a Porta Nuova verso Piassa San Carlo e le vie centrali della cità attraverso le sue gallerie, gli storici caffè, la basilica del Corpus Domini, il Duomo e la Porta Palatina.

La cattedrale metropolitana di San Giovanni Battista è il principale luogo di culto cattolico di Torino. L'attuale Duomo sorge in uno dei punti più ricchi di storia, a pochi passi dall'area archeologica dell'antica Julia Augusta Taurinorum. L'area sacra era costituita da ben tre chiese paleocristiane in stile romanico. Principale fra le tre era quella dedicata al Battista e la consacrazione dell'edificio a San Giovanni Battista è da far risalire al re longobardo Agilulfo (re dal 591 al 615), la cui moglie, Teodolinda, fece proclamare san Giovanni patrono del regno.
Le tre chiese vennero abbattute tra il 1490 e il 1492; Il campanile, costruito precedentemente e terminato solo nel 1469, non venne toccato e resta ancor oggi visibile a fianco del duomo. Il 22 luglio 1491 la reggente di Savoia, Bianca di Monferrato, posò la prima pietra del duomo dedicato a San Giovanni e i lavori furono terminati nel 1505. Il progetto per un ingrandimento del duomo, col fine di creare un degno ambiente per la conservazione della Sindone, risale al 1649, ma si realizzò solo nel 1667 quando venne chiamato a concludere l'opera Guarino Guarini che terminò la cupola nel 1694.
Il monumento della Sindone venne gravemente danneggiato nella notte tra l'11 e il 12 aprile 1997, quando un incendio distrusse gran parte dell'opera guariniana. Dopo l'incendio la chiesa ha subìto il restauro della facciata e degli interni ed è stata realizzata la nuova teca della Sindone conservata distesa e in atmosfera controllata.

La Mole Antonelliana è il monumento simbolo di Torino e uno dei simboli d'Italia. Per noi è l'opera di un novarese. Infatti prende il nome dall'architetto Alessandro Antonelli che la concepì. Raggiunge un'altezza di 167,5 metri e per lungo tempo fu la costruzione in muratura più alta d'Europa; tuttavia, nel corso del Novecento, importanti ristrutturazioni rinforzarono la Mole con cemento armato e travi di acciaio, per cui essa non può più considerarsi una struttura esclusivamente in muratura. Al suo interno oggi ha sede il Museo Nazionale del Cinema. La massiccia parte inferiore, costruita esclusivamente in muratura, risulta con una base quadrata di dimensioni maggiori rispetto ai moduli sovrapposti. Al di sopra del basamento si eleva la grande cupola, caratterizzata dalla volta allungata con pareti convesse in muratura autoportante. È formata da una sorta di guscio costituito da pareti molto sottili (appena 12 cm di spessore), separate tra loro da un'intercapedine di 2 metri. La cupola è sovrastata da una struttura denominata "tempietto", posta a metà altezza, a quota 85 m ed è raggiungibile mediante un elevatore senza guide fisse che risale dal centro dell'atrio sottostante. Sopra la struttura mediana si staglia la lunga guglia, costituita da una cuspide sviluppata in altezza fino alla stella a 12 punte posta in cima.
La costruzione della Mole iniziò nel 1863 come tempio israelita e un edificio alto solo 47 metri, ma l'Antonelli propose una serie di modifiche che prevedevano l'innalzamento della costruzione a 113 metri. Nel 1869, per mancanza di fondi, la comunità ebraica fece terminare i lavori con un tetto piatto provvisorio a circa 70 metri di altezza. Nel 1873 la comunità barattò l'opera con il Comune di Torino, che cedette ad essa un terreno in quartiere San Salvario, per costruire l'attuale sinagoga, e che si fece carico dei costi di ultimazione della Mole per dedicarla al re d'Italia Vittorio Emanuele II. Antonelli riprese i lavori nel 1873 con una serie di modifiche in corso d'opera, ispirandosi ad una terminazione appuntita di un'altra sua precedente opera, la cupola della Basilica di San Gaudenzio, simbolo di Novara. Da un progetto iniziale di 113 metri (1873), Antonelli portò l'altezza fino a 146 metri (1884). Il completamento della guglia fu terminato nel 1888, all'altezza di 163,35 metri e, per tal motivo, fu chiamata Mole.

La chiesa di San Domenico, ubicata all'angolo dell'omonima via all'incrocio con via Milano, è il principale resto archeologico medievale di Torino. La costruzione è avvenuta tra il 1227 e il 1280. All'interno si possono vedere dei frammenti di affreschi della fine del Trecento ed è l'unica chiesa medioevale di stile gotico della città sopravvissuta fino ai giorni nostri. La Cappella delle Grazie è stata affrescata verso la metà del XIV secolo. Sulle due pareti laterali e su quella centrale sono rappresentati i dodici apostoli mentre nelle lunette sono rappresentati la Majestas Domini, l' Annunciazione e San Tommaso che presenta alla Vergine tre devoti. Al centro della cappella è esposta un'icona del XVI secolo raffigurante la Vergine con il Bambino ed i santi Giovanni Battista e Gabriele.

Nel pomeriggio tempo libero per visitare i mercatini e per ammirare le luci d’artista che si snodano per Torino. Luci d’Artista è nel periodo natalizio fiore all’occhiello della città, da anni considerata punto di riferimento del mondo dell’arte contemporanea; le installazioni di Luce d’Artista sono ormai un must della stagione di Contemporary Art Torino Piemonte, nonchè simbolo di una concezione “universale” dell’arte, che la porta in contatto diretto con il pubblico.

Una bella giornata a Torino

13 dicembre 2016, Santa Lucia: breve viaggio in treno con arrivo e partenza dalla stazione di Porta Susa

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri