Abbazia di Santa Giustina a Sezzadio, Acqui Terme
Foto di Livio Rossetti e Anna Bojeri
Settembre 2016,
Una giornata per rimanere in Piemonte, alla scoperta di una antica Abbazia, quella di Santa Giustina in un piccolo centro in Provincia di Alessandria, Sezzadio. Al centro del paese si trova la chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Immacolata realizzata a partire dal 1900 e viene considerata una delle migliori "fabbriche" del neogotico minore in Italia; semplice all'interno con giuste proporzioni tra i vari elementi esterni, facciata e la cupola.
L'abbazia di Santa Giustina viene fondata nel 722 per volere del re Liutprando (aveva sposato Guntruda, figlia del duca di Baviera Teodeberto) dei Longobardi, in occasione di un viaggio a Pavia (la sua capitale) per la traslazione del corpo di sant'Agostino. L'Abbazia viene ampliata dai benedettini nel 1033, grazie al marchese Oberto di Sezzadio, e raggiunge maggiore splendore tra il XII e XIII secolo, rimanendo in possesso dei benedettini fino al 1474. In seguito passa agli abati di Sant'Ambrogio di Milano, che trasferiscono una comunità di oblati che occupano l'Abbazia. Nel 1810 un decreto napoleonico in attuazione della soppressione degli ordini religiosi pone fine alla fondazione monastica.
Ai suoi tempi doveva essere una abbazia assai ricca in quanto, grazie alla bolla papale di Celestino III che poneva l'abbazia sotto la sua protezione dichiarandola dipendente dalla Santa Sede, possedeva, oltre il luogo dove era stato edificato il monastero, il borgo di Sezzadio e la chiesa parrocchiale, compresi i suoi terreni e il castello, altri dieci borghi, tra i quali Carpeneto, Montaldo Bormida, Mobio, Castelnuovo Bormida, Cassine, Fontaniale, Retorto, ecc. L'Abbazia aveva inoltre oltre una decina pertinenze ecclesiastiche, quindi chiese dell'alessandrino compresi i loro possessi, le decime e le primizie.
Successivamente fu il Demanio Regio a possedere il complesso e l'Abbazia divenne un granaio e una rimessa di attrezzi agricoli. Nel 1956 la chiesa fu restituita al culto dopo un'opera di ristrutturazione e restauro messa in atto dai Conti Frascara che avevano acquistato l'intero complesso nel 1863. Oggi l'Abbazia di S. Giustina costituisce un esempio dell'architettura romanica in Piemonte tra i meglio conservati.
La chiesa presenta una struttura romanica con alcuni elementi gotici, ha un'imponente facciata in cotto con inserti di blocchi di roccia e viene coronata da archetti in rilievo. L'interno figura a tre navate chiuse da absidi che partono dal transetto con volte a crociera del XV secolo. Di un certo Interesse sono gli affreschi del XIV e XV secolo dell'abside e sulle volte del presbiterio e il mosaico che ricopre i avimenti della cripta dell'XI secolo.
Acqui Terme
Foto di Anna Bojeri
Dopo la visita all'abbazia di Sezzadio, ci siamo recati nella vicina Acqui Terme, una piccola cittadina di circa 20 mila abitanti in provincia di Alessandria, ma famosa per le terme. Sorge nella zona sud-orientale dell'alto Monferrato, sulla sponda sinistra del fiume Bormida, che, dopo la confluenza dei due rami di Spigno e di Millesimo, si apre la strada verso la pianura, tra colline dolcemente ondulate. L'importanza della città crebbe con la costruzione nel 109 a.C. della via Aemilia Scauri, che univa Dertona a Vada Sabatia (le odierne Tortona e Vado Ligure), passando per Acqui e per il Passo di Cadibona. In età imperiale questa via fu ridenominata via Julia Augusta: essa era tra i maggiori collegamenti terrestri e congiungeva la pianura padana, attraverso la Riviera di Ponente, con la Gallia Narbonense e la Spagna.
La cattedrale di Santa Maria Assunta fu costruita a partire dal X secolo. Si tratta di un edificio romanico con pianta a croce latina originariamente a tre navate, divenute cinque nel XVIII secolo. L'interno presenta decorazioni settecentesche ed ottocentesche.
Il primo appuntamento per chi arriva in città, è la visita a Piazza della "Bollente", sul lato del centralissimo corso Italia. Qui è posta un'edicola marmorea ottagonale, realizzata nel 1879, che circonda una fonte termale da cui sgorga acqua bollente e curativa: 560 litri al minuto a 74,5 °C di un'acqua sulfureo-salso-bromo-iodica. La presenza di questa ricchezza ha fatto sorgere diversi stabilimenti termali come le Antiche Terme e le centrali Nuove Terme.