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Maiolo è un santo provenzale, nato a Valensole (oggi nel dipartimento francese delle Alpes de Haute-Provence) tra il 906 e il 910. Per estrazione sociale era nobile e apparteneva alla classe dirigente di uno stato, la Borgogna, emerso dal frazionamento politico e territoriale dell'impero di Carlo Magno, che a quell'epoca era alla ricerca di un equilibrio tra l'autorità imperiale, rappresentata da Ottone I e dai suoi successori, e le ambizioni di una dinastia che stava affermando il proprio potere nell'area settentrionale della Francia, grazie all'opera di Ugo Capeto.
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Quando un uomo del rango di Maiolo entrava in monastero, non restava a lungo nei ranghi dei semplici monaci. Fu ben presto designato dall'abate Aimardo all'ufficio di bibliotecario (una carica di estrema importanza nella struttura monastica) e di apocrisario, con l'incarico di rappresentare ufficialmente l'abate in tutto ciò a cui lo delegava. Ben presto Maiolo si trovò investito di molte prerogative abbaziali, e nel 954, divenuto cieco Aimardo, fu eletto abate. Maiolo resistette a lungo alla designazione, non per umiltà, ma per rendere evidente a tutti che quella elezione era avvenuta senza alcuna forma di simonia, in altre parole che Maiolo non aveva pagato per ottenere quel prestigioso incarico, come invece era all'epoca diffuso costume per accedere agli uffici ecclesiastici.
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Nel 964, alla morte di papa Benedetto VI (che era stato strangolato in Castel S. Angelo), l'imperatrice Adelaide, vedova di Ottone I, e suo figlio Ottone II gli offrirono il pontificato, che Maiolo però rifiutò. Le ragioni di questo rifiuto sono state variamente interpretate, ma oggi si tende a vedere in esso un'abile mossa politica, determinata dall'insicurezza del partito imperiale a Roma, che rendeva assai precario il trono pontificio.
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Maiolo, un intellettuale che non ci ha lasciato nulla di scritto, è l'abate cluniacense su cui è stato scritto di più. Possediamo 11 testi della sua Vita, fra i quali vanno segnalate quella del monaco Siro, quella composta da Odilone e due libri di Miracoli di san Maiolo, nei quali il miracolo diventa il segno tangibile della benevolenza divina verso i suoi figli prediletti, in modo che per mezzo loro la sua grazia si irradi nel mondo.
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La chiesa del Santo Salvatore, nota anche con il nome di basilica di San Mauro: gli affreschi della prima cappella di sinistra, chiamata cappella di San Maiolo, rappresentano alcune fasi della vita dell'abate Maiolo. Questa chiesa posta su un tratto della via Francigena, fu fondata nel 657 dal re longobardo Ariperto I, re d'Italia dal 653 al 661, e divenne chiesa sepolcrale per molti dei re longobardi. Fu ricostruita una prima volta nel 970 grazie alla regina Adelaide, che fondò, accanto alla chiesa, il monastero di San Salvatore, affidandolo a una comunità benedettina. Nella seconda metà del 'Quattrocento, sul sito della chiesa medievale, venne costruita l'attuale basilica e, tra il XV e il XVI secolo, fu riccamente affrescata e decorata al suo interno. La cappella viene così chiamata perchè, oltre alla tela eseguita nel 1901 da Gaetana Padlinski per sostituirne una più antica dipinta da Pietro Antonio Barbieri andata persa, sulle pareti laterali vi sono otto affreschi, in parte ormai persi in alcune parti a causa dell'umidità del locale, di Bernardino Lanzani di San Colombano al Lambro dell'inizio del XVI secolo, ed è l'unico ciclo pittorico di San Maiolo. Un dipinto illustra un fuoco divino che riaccende nel buio la lanterna di Maiolo e in un altro Maiolo che salva i naufraghi dai flutti del fiume Rodano, presso Avignone; Maiolo ferito e catturato dai saraceni e tenuto in ostaggio a Orsières nel 927. In un altro dipinto viene illustrata una visione che preannuncia la sua liberazione, e poi l'Angelo del Signore che salva Maiolo. In un altro riquadro, la tiara papale viene posta ai piedi dell'abate, fatto avvenuto nel 974, quando l'imperatore Ottone II e sua madre, la regina Adelaide, gli offrirono la tiara del papato, rifiutata da Maiolo che, in un altro dipinto illustra il momento in cui riesce a riconciliare, nel 980, l'imperatore e sua madre Adelaide. evitando lo scontro armato. Nell'ultimo affresco, intitolato "Maiolo nasce alla vita del cielo" viene illustrata la morte di Maiolo che conclude la sua esistenza mentre è in viaggio presso il priorato di Souvigny, in Burgundia, l'11 maggio del 994. |
San Maiolo è ancor oggi festeggiato sul piano liturgico e con il concorso di popolo proprio delle feste patronali in due località del Novarese, a Veveri, e ad Agrano, frazione di Omegna sulle pendici del Mottarone che si specchiano sul lago d'Orta. Ma il culto del celebre abate di Cluny è molto antico nella diocesi di Novara, poiché risale al secolo XI, e numerose sono anche le testimonianze di edifici religiosi a lui dedicati. La prima e più antica testimonianza risale al 1039, al tempo dell'episcopato del vescovo Gualberto (1032-1053), quando si ha notizia di una “capella sancti Maioli” situata nel luogo in cui sorge l'attuale cascina San Maiolo (nella quale la famiglia Tromellini, attuale proprietaria del fabbricato, continua il culto dell'abate cluniacense in una piccola cappella moderna), nel territorio del Torrion Quartana, all'altezza di un antico guado sul torrente Agogna. Si tratta, per quanto si conosce, della più antica dedicazione a san Maiolo dopo quella del monastero di Pavia a lui intitolato.
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Il culto di Maiolo è testimoniato almeno fino a tutto il sec. XVI a Caltignaga e a Sologno (sede originaria dei conti di Pombia), a Carpignano Sesia, a Cureggio, in Valsesia a Rassa (dove nella chiesa di Santa Croce esiste ancor oggi una cappella dedicata all'abate di Cluny), a Nibbia (un altare nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo), a Soriso, Gargallo, Luzzogno, Germano e Villadossola. Una chiesa di S. Maiolo esisteva all'interno delle mura di Novara, fra l'attuale b.do Partigiani e la chiesa di Ognissanti. Alla fine del Cinquecento l'edificio fu incorporato nell'attiguo monastero di S. Agostino, divenuto all'inizio dell'Ottocento sede di una istituzione scolastica. Una chiesa dedicata a S. Maiolo è documentata nel sec. XII a Gambolò, allora appartenente alla diocesi di Novara. Fino a tutto il Seicento si andava in pellegrinaggio l'11 maggio da Soriso all'oratorio di S. Quirico del Monte Fenera (presso Borgosesia) all'interno del quale, nella navata destra, esisteva la cappella di S. Maiolo, con un dipinto che rappresentava l'effigie del santo.
Dorino Tuniz |
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