La ferrovia della Valsesia

Salita al Sacro Monte

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri
La salita al Sacro Monte è possibile a piedi seguendo una lunga mulattiera adattata a strada percorribile anche con auto, oppure si può utilizzare la piccola funivia che in pochi minuti porta all'ingresso dell'area sacra. Dalla funivia si ha una visione del centro storico di Varallo e delle circostanti vallate del Mastallone e della Sesia. Da quassù si può osservare l'intricato schema tipicamente medioevale delle vie e delle abitazioni.

Il Sacro Monte di Varallo costituisce l'esempio più antico e di maggior interesse artistico. È formato dai una basilica e da quarantacinque cappelle affrescate e popolate da oltre ottocento statue di terracotta policroma a grandezza naturale. Assieme agli altri Sacri Monti situati tra il Piemonte e la Lombardia è stato dichiarato il 4 luglio 2003 patrimonio mondiale dell'umanità.
Giunti nel cortile del Santuario, ci siamo recati all'Albergo "Casa del Pellegrino" per il pranzo composto da piccoli assaggi preparati dagli allievi dell'Istituto alberghiero di Varallo.


Visita alle Cappelle e al Santuario

Dopo pranzo, con la nostra guida, abbiamo visitato alcune tra le più importanti Cappelle del Sacro Monte e la Basilica. L'idea dell'edificazione di un Sacro Monte fu concepita nel 1481 dal frate francescano Bernardino Caimi. Verso la metà del XV secolo, aveva cominciato a diffondersi un forte bisogno di riprodurre i luoghi della Terrasanta, il pellegrinaggio verso la quale, a causa dei Turchi, stava diventando sempre più pericoloso. Alla base del progetto vi era il desiderio di riprodurre non più la sola Basilica del Santo Sepolcro, ma tutti i luoghi più importanti della Terra santa: il luogo doveva rappresentare un'alternativa al pellegrinaggio. Nel 1486, ricevute, grazie anche ai buoni rapporti con Ludovico il Moro, le autorizzazioni e contando su importanti donazioni, il Caimi poté vedere iniziare l'edificazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie, annessa al convento francescano e, contestualmente, quella delle prime cappelle del Sacro Monte.
Nel 1491 risultavano terminate le cappelle del Santo Sepolcro, dell'Ascensione e della Deposizione. La morte, nel 1498 o 1499, del Caimi non arrestò il programma di edificazione. A partire dai primi anni del XVI secolo, regista dell'impresa del Sacro Monte fu un pittore, scultore ed architetto valsesiano, Gaudenzio Ferrari di Valduggia: egli crebbe artisticamente con le prime realizzazione del Sacro Monte, fino a diventare protagonista del suo sviluppo; vi lavorò sino al 1529 come progettista di alcune cappelle, autore di numerose statue (dapprima lignee, poi in terracotta) e di affreschi che, nelle cappelle, fanno da sfondo alle scene sacre. Quando Ferrari lasciò il Sacro Monte, il luogo aveva ormai una relativa maestosità scenica. Con la crescita dell'afflusso dei fedeli, il programma si estese ulteriormente ed altri artisti subentrarono a Gaudenzio Ferrari, a cominciare dai suoi allievi Bernardino Lanino, Giulio Cesare Luini, Fermo Stella da Caravaggio; più tardi, nel corso del XVI secolo, salirono al Monte, tra gli altri, Giacomo Paracca di Valsolda e i fratelli Della Rovere detti i Fiammenghini.
Negli anni 1565-68 i lavori proseguirono sotto la direzione dell'architetto Galeazzo Alessi, che concepì una nuova disposizione delle cappelle, non più su base topologica (con l'evidenza dei luoghi di pellegrinaggio Nazaret, Betlemme e Gerusalemme), ma cronologica, per consentire al visitatore di seguire le tappe del cammino terreno di Gesù. A partire dalla seconda metà del Cinquecento fu soprattutto san Carlo Borromeo a occuparsi della sorte del Sacro Monte. Dopo un rallentamento dei lavori nell'ultima parte del XVI secolo, una ripresa si ebbe nel XVII secolo, sotto l'impulso del vescovo di Novara Carlo Bascapè, che seguì il magistero di san Carlo Borromeo. Si aggiunsero nuove cappelle dedicate ai momenti salienti della Passione di Gesù, alla cui decorazione furono chiamati artisti come il pittore perugino Domenico Alfano, lo scultore di origine fiamminga Giovanni Wespin e un artista di prima grandezza nel panorama pittorico lombardo del primo Seicento, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Sempre nel 1614 , per impulso di Bescapè, ebbe inizio la costruzione della Basilica dell'Assunta, su disegni di Bartolomeo Ravelli e di Giovanni d'Enrico. La sua costruzione si sviluppò per tappe successive protraendosi sino al 1713.


Ritorno a Novara

Terminata la visita al Sacro Monte e ripresa la funivia siamo ritornati nelle vie cittadine diretti alla stazione ferroviaria per il viaggio di ritorno, non prima di aver dato refrigerio alla gola arsa con un buon gelato al Frigidarium.
Questa volta, per il ritorno, il locotender è stato agganciato all'inizio del convoglio in modo tale da adottare la marcia indietro, come si vede dalle foto. Verso sera siamo giunti in stazione a Novara, ma solo dopo aver sorseggiato un caffè nel vagone bar.