Provenza, festa della lavanda

19-21 luglio 2019

Foto di Livio G. Rossetti

Gita di tre giorni organizzata da Stat Viaggi di Casale Monferrato, accompagnatrice giovane e simpatica, Rossana. Per me, in partenza da Novara, la giornata è iniziata alle 3,00 di mattino poichè una navetta mi aspetta verso le 4,00 davanti alla stazione per portarmi ad Alessandria dove mi unirò agli altri partecipanti al viaggio. Penso di essermi quasi subito addormentato in bus, almeno sino a quando sono salite altre persone in due fermate lungo l'autostrada ligure. Accanto a me si è infatti accomodata Roberta che da quel primo giorno è stata la persona con la quale ho parlato di più e trascorso la maggior parte del tempo, sia dei trasferimenti che delle visite nelle diverse località.
La mattinata del primo giorno è stata occupata dal viaggio di trasferimento verso la prima tappa, le "Gole del Verdon" e il primo paesino, Moustiers-Saint-Marie, sino a giungere nel tardo pomeriggio a Lumières, una piccola frazione del comune di Goult, dove pernotteremo nelle due serate all'Hotellerie Notre Dame de Lumières, un ex convento.
Nel secondo giorno visiteremo Sault e altri centri del Luberon, mentre la domenica saremo a Valensole per la Festa della lavanda.

Le Gole del Verdon

Il Verdon sgorga dalla propria sorgente sul Colle d'Allos, nel massiccio dei Trois Evêchés (2819 m). Si va a gettare nella Durance, nei pressi di Vinon-sur-Verdon dopo un percorso di circa 175 chilometri. Il tratto più interessante del corso del fiume si trova tra Castellane ed il Pont du Galetas, sul Lac de Sainte-Croix, bacino lacustre artificiale creato da non molti decenni su quella che era la vasta piana di Salles-sur-Verdon e formatosi a seguito della costruzione della diga di Sainte-Croix.

L'area tra Castellane ed il lac de Sainte-Croix, che viene comunemente denominata gorges du Verdon, può essere divisa in tre parti: le Prégorges, da Castellane a Pont de Soleils; le Gorges, da Pont de Soleils a l'Imbut; il Canyon da l'Imbut al Pont de Galetas. La Gole del Verdon sono strette e profonde: da 250 a 700 metri di profondità, con una larghezza che va da 6 a 100 metri al livello del fiume e da 200 a 1500 metri da un lato all'altro in cima alla gola.

Durante il periodo Triassico dell'êra Secondaria, l'attuale territorio era completamente ricoperto dal Mare della Tetide, dove si andavano accumulando grandi quantità di sedimenti di natura calcarea. La situazione mutò nel periodo Giurassico, sempre dell'êra Secondaria, quando la zona si trovò coperta da un mare tropicale e poco profondo, facilitando la crescita dei coralli. Nel fase terminale dell'êra Secondaria, cioè nel Cretaceo, la Bassa Provenza iniziò ad affiorare dalle acque ed il mare raggiunse l'attuale livello alla base delle Alpi. Il Terziario vide la formazione delle Alpi, mentre le varie faglie e fratture più o meno consistenti che si verificarono con tale spinta della zolla africana contro quella europea tra i calcari giurassici ebbero come risultato le varie vallate e gole. Fu proprio in questo periodo che presero forma le Gole del Verdon. Nel Quaternario durante la glaciazione, i fiumi e laghi dell'area divennero imponenti masse ghiacciate che plasmarono definitivamente la topografia locale. Al termine della glaciazione, le acque dei fiumi completarono il lavoro d'erosione, in particolare il Verdon che nel corso dei secoli ha scavato il suo letto fluviale tra i sedimenti calcarei e corallini con una portata di acque tumultuose di circa 2-3000 m³ al secondo.

Le gole furono cartografate per la prima volta dai Cassini (anni 1770) e dagli ingegneri geografi del re di Francia, nel 1778. Fu Martel che diresse la prima spedizione di discesa all'interno del canyon del Verdon. Il turismo cominciò ad interessare le gole a pertire dagli anni 1880 in poi: il sentiero Martel era ancora malandato e pericoloso, le infrastrutture ricettive rare e poco confortevoli. In più, il principale mezzo di trasporto dell'epoca, la ferrovia, si arrestava a Saint-André-les-Alpes, il che obbligava a noleggiare delle carrozze per arrivare alle gole. I primi lavori risalgono al 1906: il Touring Club de France traccia un sentiero che permette di scendere nelle gole. Il primo boom turistico avviene tra la fine degli anni venti e gli anni trenta, su impulso del TCF. Questa promozione fu interrotta per nuovi lavori tra il 1929 ed il 1930: miglioramento della viabilità della strada, creazione dei belvedere e incoraggiamento alle compagnie di trasporti locali per incrementare le possibilità di spostamento nell'area, creazione di nuovi sentieri inaugurati nel giugno del 1930. Questi sforzi furono premiati da un numero sempre crescente di visitatori. Nel maggio del 1990 il luogo è divenuto un sito naturale protetto.
Durante il percorso del lato sinistro delle gole abbiamo fatto tappa al Balcon de la Mescla: gran parte delle foto si riferiscono a tale località, mentre quelle finali sino al lago sono state scattate direttamente dal bus.

Moustiers-Sainte-Marie

C’è un borgo in Provenza spaccato in due da un torrente che scorre rumoroso giù dalla montagna ma tenuto unito nelle sue due metà da una stella d’oro. Una stella luminosa che è visibile anche quando piove o, in inverno, scende copiosa la neve. La leggenda racconta che sia l’omaggio di un cavaliere di Blacas alla Vergine per essere tornato sano e salvo dalle crociate. Si tratta di Moustiers-Sainte-Marie, arroccato sotto la cima di una montagna nell’Alta Provenza.

Moustiers-Sainte-Marie è un comune di circa settecento abitanti. Rinomato per la lavorazione della maiolica, nota in tutto il mondo, il borgo di Moustiers-Sainte-Marie forma un insieme di notevole bellezza. Tipicamente provenzale, questo villaggio del V secolo ha un suo fascino, grazie a stradine e piazzette ideali per passeggiare, fontane rinfrescanti, botteghe e negozi di maioliche, e case dalle graziose facciate. Sopra il villaggio, fra le alte falesie calcaree, si erge la cappella di Notre-Dame-de-Beauvoir, un edificio romanico-gotico accessibile solo a piedi percorrendo una Via Crucis costituita da 262 scalini e da lassù si ha una vista dell'intero borgo.

Nella piazza centrale del villaggio si trova la chiesa di Notre Dame de l’Assomption classificato Monumento Storico. La fiancata della chiesa chiude tutto un lato della piazza e nasconde al suo interno una struttura alquanto irregolare. Questa chiesa, in stile romanico, risale al XII secolo e, durante il XIV secolo, fu interessata da una ricostruzione in stile gotico che si limitò alla parte del coro e per questo motivo ora si trova fuori asse rispetto alla navata della chiesa. Entrando si è di fronte ad un ambiente alquanto buio e nell'aria si sente un dolce suono abbastanza insolito per una chiesa; la musica ci accompagna lungo la navata in stile romanico-provenzale, divisa da cinque campate i cui archi sono scavati nella pietra di tufo. Nella parte del coro, si trova l’altare ottenuto da un sarcofago in marmo risalente al IV secolo. Sulle pareti strane rappresentazioni pittoriche e scultoree come l'albero del bene e del male con Adamo ed Eva. Accanto torreggia l'imponente campanile romanico-lombardo.

da Sault al Luberon, la festa della lavanda a Valensole