Mazara del Vallo

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri

Il primo impatto della città di Mazara del Vallo, sicuramente la più bella e la più interessante dal punto di vista culturale, è stato con a chiesa del Carmine, ristrutturata dopo i crolli dovuti al terremoto del 1981, oggi aula del Consiglio Comunale. Mazara del Vallo è un comune di circa 52 mila abitanti della provincia di Trapani. Affacciato sul Mar Mediterraneo, alla foce del fiume Màzaro, dista meno di 200 km dalle coste tunisine. Il vecchio centro storico, un tempo racchiuso dentro le mura normanne, include numerose chiese monumentali, alcune risalenti all'XI secolo. Presenta i tratti tipici dei quartieri a impianto urbanistico islamico tipico delle medine, chiamato Casbah, di cui le viuzze strette sono una sorta di marchio di fabbrica, oggi impreziosite da molti veri quadri dipinti su piastrelle di ceramica. Accanto a simboli islamici, quelli ebraici e quelli cristiani, in una città dove si fondono culture e storie diverse fuse pacificamente e perfettamente integrate.

Nell'XI secolo a.C. si hanno i primi contatti con i Fenici, che trovano in Mazara un luogo ideale per effettuare soste durante i lunghi viaggi verso la Spagna. Fu durante il periodo greco-selinuntino che la città diventò un centro urbano organizzato, diventando un fiorente emporio di Selinunte. Distrutta Selinunte ad opera dei Cartaginesi nel 409 a.C., Mazara attraversò un periodo sotto la dominazione siracusana, poi sotto quella cartaginese, fino alla conquista dell'isola da parte di Roma. È in questo periodo che il cristianesimo muove i primi passi in città, ed è in questo periodo che nasce San Vito. Le incursioni dei Vandali e dei Goti non risparmiarono la città, che visse un periodo di decadenza socio-economica e demografica. Solo nel 533, quando Belisario, alla guida dei Bizantini, sconfisse i Vandali, la città riprese a ripopolarsi. Fu solo con i musulmani Arabi e, soprattutto, Berberi, sbarcati il 16 giugno 827, che si ebbe il risveglio economico della città, che divenne il più grosso centro giuridico della Sicilia e un importante punto commerciale, artistico e letterario.

Nel 1072, con i Normanni, la città vide l'edificazione della Cattedrale. Nel periodo dal 1093 al 1097, divenne sede governativa e dimora del conte Ruggero. Nel 1154 il geografo Idrisi soggiornò a Mazara, e la descrisse nel libro di Ruggero. Dopo i Normanni, la città conobbe un nuovo periodo di depressione: Federico II di Svevia nel 1216 decise di trasferire tutti i musulmani presenti sul territorio nella Piana di Lucera, in Puglia, nuocendo gravemente alla locale produzione agricola ed artigianale. Neanche con la successiva dominazione angioina le cose cambiarono. Sul finire del 1317, re Federico III d'Aragona con tutta la sua corte fissò la propria dimora nella città.

La cattedrale del Santissimo Salvatore fu edificata nel 1093 da Ruggero I, a seguito di un voto fatto durante la battaglia del 1072 contro i Saraceni. Intorno alla fine del XVII secolo venne radicalmente trasformata in una cattedrale barocca a pianta basilicale, a croce latina, tanto che della costruzione originale si conservano solo le mura del transetto e l'abside. Nell'interno a tre navate, si distinguono diverse opere d'arte, tra cui un crocifisso ligneo del XIII secolo. La chiesa di San Nicolò Regale è un edificio di stile arabo-normanno che si erge sulla sponda sinistra del Mazaro. Costruita nella prima metà del XII secolo, ha una pianta quadrata con tre absidi e una cupola, impostata su un tamburo ampio e basso di forma cubica, che la sormonta. La chiesa di San Francesco fu edificata sopra una chiesa preesistente, dedicata a San Biagio, fatta costruire dal conte Ruggero d'Altavilla nella seconda metà dell'XI secolo. L'originale costruzione era in stile arabo-normanno. Nel 1680 decise di trasformarla in stile barocco.











































































































































Il Museo del Satiro danzante è oggi ospitato presso il Collegio dei Gesuiti mentre prima era nella chiesa di Sant'Egidio, fondata nel 1424 dalla confraternita dedicata allo stesso santo, con un'unica navata e una cupola semisferica poggiante su un tamburo ottagonale, che media le tradizioni di stile arabo-normanno con i moduli architettonici rinascimentali. Il Satiro danzante è una statua bronzea, prodotto originale dell'arte greca di epoca classica o ellenistica. La scultura rappresenta un satiro, essere mitologico facente parte del corteo orgiastico del dio greco Dioniso. L'opera, di dimensioni superiori al vero, pari ad un modello in posizione stante di circa 2.5 metri di altezza, è oggi nella sala l'unico vero oggetto di ammirazione. Una gamba della statua fu ritrovata nel mare di Mazara nel 1997, mentre nel marzo 1998 lo stesso peschereccio riporta a galla gran parte del resto della scultura, perdendo nel recupero un braccio. Nel settembre 1998 l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma prende in consegna i due frammenti della statua, per effettuarvi i necessari interventi di restauro. Nel marzo 2003 il satiro danzante viene esposto presso Palazzo Montecitorio, e nel luglio 2003 il satiro danzante viene riconsegnato alla città di Mazara del Vallo per essere esposto al pubblico nell'ex chiesa di Sant'Egidio.

L'Arco normanno era la porta di accesso a forma di arco ogivale del castello fatto costruire da Ruggero I d'Altavilla, dopo la liberazione nel 1072 della città dalla dominazione araba, e demolito nel 1880 per la costruzione di un giardino pubblico, l'attuale villa Jolanda. L'Arco normanno domina l'antistante piazza Mokarta ed è considerato il simbolo più significativo di Mazara.

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