Il Castello di Masino

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri

Domenica 4 settembre 2016 ci siamo recati nel comune di Caravino sito nel grande anfiteatro morenico formato dai ghiacciai quaternari che scendevano dalle Alpi valdostane, tra il bacino del Lago di Viverone e la Serra di Ivrea e l'alveo della Dora Bàltea. Sulla collina intermedia si trova il piccolo borgo di Masino strettamente legato alla presenza del castello.

Il castello di Masino per dieci secoli fu la residenza principale dei conti Valperga di Masino. Fino al Rinascimento fu difeso da alte mura e imponenti torri di guardia, in seguito abbattute per far posto a giardini di fattezze romantiche. Il castello fu edificato nell'XI secolo per volere della famiglia Valperga, casato che si dichiarava discendente dal re Arduino d'Ivrea, primo re d’Italia nel 1002. A causa della sua posizione strategica la fortezza fu subito teatro di numerose battaglie tra le varie famiglie nobili dell'epoca che si contendevano la zona del Canavese. Nel XVI secolo il castello venne demolito e ricostruito dai francesi come dimora signorile.
Sul finire del XVII secolo, il Conte Carlo Francesco I decise di trasformarlo in luogo di villeggiatura impreziosendo le sale di affreschi, tendaggi e arredi che gareggiavano in sontuosità con le ricche residenze sabaude. Masino divenne un luogo di piacere: vasi di agrumi, fontane, fiori, labirinti di siepi, arredi dorati, preziose stoffe si trovano nei giardini e all'interno della residenza. Masino fece da sfondo alla relazione amorosa tra Carlo Francesco e madama Reale, un'appassionata storia osteggiata dal figlio di lei, il duca Vittorio Amedeo II, che poco gradiva di veder accanto alla madre un uomo molto più giovane.
Nel XVIII secolo il castello venne ulteriormente arricchito da decorazioni di gusto neoclassico. Alla morte dell'ultima abitatrice della residenza, nel 1988, Vittoria Leumann, moglie del conte Cesare Valperga di Masino marchese di Caluso, il figlio Luigi cedette il castello al FAI.

Sul terrazzamento est, posto tra il torrione rotondo e la torre dei venti, ai piedi del bastione, si trova il giardino dei cipressi che conserva i segni dell'impostazione geometrica e architettonica propria del giardino all'italiana.

Gli interni, con i saloni affrescati e riccamente arredati tra Seicento e Settecento, le camere per gli ambasciatori, gli appartati salotti e gli appartamenti di Madama Reale (detti così poiché furono fatti costruire nel 1670 dal Conte Carlo Francesco I di Masino per la consorte di Vittorio Emanuele I di Savoia), sono segno delle vicende di una famiglia che fu protagonista della storia piemontese e italiana. Gran parte del fascino di questa residenza sta nelle innumerevoli testimonianze culturali accumulatesi nel tempo, mantenute dalle diverse generazioni con grande cura e rispetto della tradizione.

Tra le sale più grandi e sfarzose vi é il salone da ballo, con le ampie finestre, che creano una perfetta armonia tra la vista sul grande parco del castello e gli interni affrescati. Seguono la Sala degli Stemmi, la Sala della musica, la Sala dei Gobelins con le magnifiche tappezzeri ed il Salone degli Dei sontuosamente decorato così come la Galleria dei Poeti. All’esterno la grande Terrazza dei Limoni e la più piccola Terrazza degli Oleandri, da cui godere di un panorama immerso nel verde della campagna piemontese.

Come il castello, anche il parco subì diversi mutamenti durante i secoli. Nel XVIII secolo i giardini che circondavano il castello erano concepiti secondo uno schema geometrico classico. L'attuale configurazione deriva dalla sistemazione all'inglese risalente alla prima metà dell'Ottocento, che portò alla realizzazione della “strada dei 22 giri” che scende, in mezzo ai boschi, in direzione di Strambino. Numerosi lavori di abbellimento sono stati effettuati dal 1988 ad oggi. Su progetto dell’arch. Paolo Pejrone sono stati posti a dimora 110.000 narcisi che annunciano, con la loro fioritura, l’arrivo della primavera.
Dalla spianata si sviluppa verso ovest un grande viale, fiancheggiato da tigli, che termina nella distesa erbosa, dove è possibile visitare il Labirinto, tipico elemento vegetale che richiama i giardini all' italiana della seconda metà del 1700. Il Labirinto è formato da siepi con 1.400 carpini che nell'insieme hanno la forma di un grande semicerchio con quasi al centro una piccola costruzione in legno, il "Belvedere di Bettina".

Il castello comprende anche delle scuderie del settecento ed il palazzo delle carrozze, che si trovano in un edificio staccato dal castello e più precisamente all’ingresso della tenuta. Nel Museo delle Carrozze si possono ammirare dodici carrozze, la maggior parte di epoca ottocentesca, tra cui la carrozza di gala, il coupé, il vis-à-vis, il landò, tutte realizzate dai più importanti costruttori italiani di carrozze del tempo.

Da ultimo, una piccola nota negativa personale: per la visita guidata del Castello, della durata di circa 45 minuti, abbiamo pagato 22€ in due, a cui si aggiungono 3€ per poter scattare le foto; nessuno sconto per persone ultra sessantenni come noi!