Macchina di Santa Rosa 2015

Celebrazione delle grandi strutture processionali a spalla

Processione del Cuore di Santa Rosa (2 settembre), trasporto della Macchina di Santa Rosa (3 settembre)
Foto di Livio G. Rossetti dalla TV: notte 3 settembre

La Macchina di Santa Rosa è il baldacchino trionfale che innalza al di sopra dei tetti di Viterbo la statua di Santa Rosa, patrona della città. La Macchina ha oggi la forma di una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata in metalli leggeri e in vetroresina; è alta circa trenta metri, pesante cinque tonnellate, e sempre culmina con la statua della Santa. La sera del 3 settembre di ogni anno, a Viterbo, la macchina viene sollevata e portata in processione a spalle da un centinaio di uomini detti "Facchini di Santa Rosa" lungo un percorso di poco più di un chilometro articolato tra le vie, talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino, immerse in un suggestivo buio nel quale solo la Macchina risplende. Il trasporto, scandito dal grido "Viva Santa Rosa", rievoca la traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta a Viterbo nel 1258 per disposizione di Papa Alessandro IV, dalla Chiesa di Santa Maria in Poggio (detta della Crocetta) alla chiesa di Santa Maria delle Rose (oggi Santuario di Santa Rosa).

L'opera è costruita da colui che risulta primo classificato al bando di concorso per la costruzione della nuova Macchina di Santa Rosa che per il periodo 2015/2019 sarà chiamata "Gloria". Il nuovo modello è sfilato per la prima volta per le vie abbuiate della città il 3 settembre 2015. Nel passato la Macchina ebbe di norma l'aspetto di un campanile gotico, illuminato con torce e candele, da cui la tradizionale definizione di "campanile che cammina". Nella seconda metà del Novecento sono subentrate forme più moderne impiegando materiali altamente tecnologici, fibre, leghe leggere, e sorgenti luminose diverse, che valorizzano le forme artistiche dei rivestimenti.

i Facchini, vestiti nella tradizionale divisa bianca con fascia rossa alla vita si recano in Comune dove ricevono i saluti delle autorità cittadine, poi vanno in visita a sette chiese del centro, infine in ritiro al convento dei Cappuccini, dove il capofacchino impartisce loro le ultime indicazioni sul trasporto. Verso le ore 20 i Facchini, preceduti da una banda musicale che intona il loro inno partendo dal Santuario di Santa Rosa percorrono a ritroso il tragitto della Macchina, acclamati dalla folla, fino a raggiungere la Chiesa di S. Sisto. Qui viene impartita loro dal vescovo la cosiddetta benedizione in articulo mortis, che prende in considerazione eventuali incidenti e pericoli.

Il trasporto inizia all'interno di Porta Romana, dove la Macchina è stata assemblata e celata da un'imponente impalcatura coperta con teli. Il percorso, lungo circa 1.200 metri, si svolge nelle vie rese buie e si conclude nella piazza antistante il Santuario di Santa Rosa, dedicata ai Facchini. Durante il trasporto si effettuano cinque fermate, durante le quali la Macchina viene appoggiata su speciali "cavalletti" pesanti 100 chili ciascuno. L'ultimo tratto consiste in una ripida via in salita, effettuata quasi a passo di corsa, con l'aiuto di corde anteriori in aggiunta e di travi dette "leve" che spingono la Macchina posteriormente. La Macchina viene posata infine davanti al Santuario dove rimane esposta ai visitatori per alcuni giorni successivi al trasporto. Il trasporto viene trasmesso da alcuni anni in diretta da alcune emittenti televisive e quest'anno le foto qui pubblicate sono state riprese da TV2000, (digitale terrestre, canale 28).