La cerimonia dei funerali di Livio Rossetti e Stefano Buslacchi, caduti da partigiani
Livio aveva solo 19 anni, gli piaceva cantare e, sotto la finestra dei genitori e degli zii, amava cantare delle serenate. Prima di partire per le montagne cusiane, il 17 marzo, passa sotto le finestre dei miei genitori e canta l'ultima serenata. Con altri giovani era renitente alla leva della Repubblica Sociale e raggiungono con Stefano Buslacchi e Pietro Savona (un giovane soldato calabrese che dopo l'8 settembre era rimasto a Veveri) le formazioni partigiane dell'Omegnese ove operava la divisione "Beltrami": furono inquadrati nella "Brigata Quarna".
Arrivati da soli 8 giorni sopra Quarna, durante un servizio di vedetta, nel corso di un grande rastrellamento, l'ultimo di una terribile serie, vengono colti in una imboscata, presso l'Alpe Cregno, e sono trucidati. Livio, 19 anni, Stefano, 23 anni e Pietro, 19 anni, muoiono in questo modo a Quarna, il 25 marzo 1945, un mese prima della Liberazione. Gli altri loro compagni, tra cui alcuni veveresi, furono successivamente catturati e mandati a Baveno. In quelle settimane fu Michela Tacchini, conosciuta come Michelina, a mantenere i rapporti tra questi ultimi e le loro famiglie.
Pochi giorni dopo la liberazione, Stefano e Livio vengono portati da Quarna a Veveri. I corpi sono ricomposti nella camera ardente presso le scuole elementari. Poi, alla presenza del nuovo prefetto Fornara e del comandante Moscatelli, nominato da poco sindaco di Novara, si svolgono i solenni funerali. Dopo un breve ricordo presso il monumento dei caduti, sono tumulati nel cimitero di Novara. Andoardi e Livio saranno sepolti, tra i primi, in quella che diviene la tomba dei partigiani, all'ingresso del Campo 1, recinto 1, a sinistra sotto il porticato. |