Viaggio in Libia

il deserto del sud, le incisioni rupestri, i siti archeologici

Foto di Anna Maria Bojeri, 01-08 aprile 2006

Pur essendo la situazione internazionale non molto sicura a causa della incresciosa vicenda della maglietta con disegni offensivi per i mussulmani indossata in tivu da un esponente politico italiano, decido di partire per la Libia anche se alcuni componenti del gruppo hanno nel frattempo rinunciato al viaggio.
La Libia era stata a lungo esclusa dal turismo tradizionale e da poco aveva ripreso i contatti con gli Operatori turistici come la Best tours alla quale avevo aderito.

Il primo giorno sono arrivata a Tripoli con volo di linea. Dopo la sosta in transito ho avuto la coincidenza con un volo alla volta di Sebha con un piccolo aereo e tante scomodità.
Dopo il pernottamento, il giorno successivo, siamo partiti con fuoristrada per l'Akakus. La piccola carovana è formata da tre Land Rover ed un Pick-up. Quest’ultimo porta a bordo, oltre l’autista, il personale di servizio che provvederà a preparare i pasti. Il Pick-up ci precederà nel nostro viaggio nel deserto facendoci trovare, in punti prestabiliti, una tavola già apparecchiata ed il cibo pronto per essere servito.

Il paesaggio cambia gradualmente. Le due combinazioni che costituiscono il deserto, la sabbia e la roccia, incominciano a disegnare uno scenario di incomparabile bellezza. Dopo la seconda colazione si prosegue per Al Awynat e si giunge al primo accampamento nel deserto denominato Akakus Magic Lodge dove ceneremo e alloggeremo.




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Akakus - Tashwinet e i dipinti rupestri

Il mattino seguente, dopo la colazione, ci addentriamo in un mondo quasi da fiaba. Rocce nere si alternano con sabbia color oro. Attraversiamo ampie valli e letti di fiumi asciutti (wadi), vere e proprie vie del deserto, nei quali sopravvivono radi cespugli. Torri di roccia nera emergono dalle dune gialle che tendono al ross0, archi di roccia scavata dal vento

Sotto alcune di quelle rocce ci fermiamo nello Wadi Tashwinet per ammirare incisioni rupestri e soprattutto dipinti di colore ocra, lasciatici dagli uomini di 12.000 anni fa. Uomini che cacciano, dromedari, giraffe, buoi, scene di vita quotidiana impressi nella roccia attestano che queste terre ora desertiche, dodicimila anni fa, erano savane popolate da tribù ed animali ora scomparsi. A testimonianza di questo paesaggio perduto rimangono non solo i letti prosciugati di antichi fiumi, ossa di animali, ma soprattutto graffiti e pitture tracciati sulle pareti rocciose più riparate, pitture rimaste intatte nei millenni grazie al clima secco, nonostante l’erosione della sabbia e del vento. La maggior concentrazione di queste testimonianze si ha nelle aree del Tassili algerino e dell’Akakus libico.
Dopo la seconda colazione pic-nic si rientra al campo per la cena e il pernottamento.


























Germa

Il quarto giorno, dopo la colazione, si parte per un ulteriore tratto del percorso verso Adad. Il paesaggio è continuamente mutevole, dalle imponenti dune dell’erg alle piatte distese di ghiaia del reg, dagli strani profili dei pinnacoli di roccia erosi dal vento alla parabola perfetta delle barcane, le dune mobili spinte dai venti sferzanti.
Dopo le imponenti dune rossicce, appare Germa, l’antica capitale dei Garamanti, la popolazione berbera che percorreva il deserto a bordo di veloci carri trainati da cavalli, come testimoniano le pitture rupestri. Ci sono ancora i resti della vecchia città e una necropoli preislamica in pessime condizioni.
Prima di sera raggiungiamo l'Ubari Magic Lodge, un altro campo tendato dove ceniamo e ci riposiamo dopo l'intensa giornata.






































I laghi salmastri

Dopo la prima colazione, si parte per l’ultima tappa, duecento km nel mare di dune dell’Erg di Ubari; nella regione, incastonati nella sabbia, vi sono dei laghi di acqua salmastra, per lo più perenni, alimentati da una falda freatica. In breve tempo siamo al laghetto di Mahfou, circondato da canne e palme. Poi andremo verso il lago Limm al-Mà e a quello di Mandara. La visita ai laghi termina al lago Kabr-aun, dominato da un’altissima duna, con il vecchio villaggio abbandonato.
Tra le dune sorgono una decina di questi laghi salati circondati da palmeti e vegetazione.
Nel pomeriggio, dopo la seconda colazione pic-nic, si svolge il trasferimento all’aeroporto di Sebha dove in serata ci sarà il volo per Tripoli. Finalmente un albergo, non eccezionale, con cena e pernottamento.





























Sabratha

Da Tripoli, nella mattinata del sesto giorno, ci portiamo a Sabratha per la visita del sito romano che conserva, tra gli altri, uno dei più interessanti e maestosi teatri di epoca romana. Sabratha fu fondata nel VII secolo a.C. dai Fenici di Tiro in uno dei pochi porti naturali della Tripolitania e divenne un avamposto commerciale al capolinea di un'importante via carovaniera. Per questa sua posizione strategica, Sabratha conobbe un rapido sviluppo e cadde presto sotto il controllo di Cartagine. Sabratha fu poi presa dai romani nel 46 a.C., sotto i quali godette di una nuova prosperità.
All'epoca dei Severi la città venne completamente ricostruita ed abbellita soprattutto grazie al fatto che l'imperatore Settimio Severo era nativo della vicina Leptis Magna.
Il declino iniziò a partire dal IV secolo, con la decadenza dell'Impero romano e le prime incursioni di popolazioni berbere, ma anche dal terribile terremoto del 365. Nel 439 i Vandali di Genserico conquistarono la città, ma furono cacciati dai bizantini al comando di Narsete e Belisario.
L'Imperatore Giustiniano avviò una parziale ricostruzione. Vennero costruiti un nuovo porto e una nuova cinta muraria. Il dominio di Costantinopoli terminò nel 709, dopo ben quattro invasioni musulmane. Con l'arrivo degli Arabi nel VII secolo Sabratha perse completamente la sua importanza.

Il monumento più importante del sito è il teatro romano, nella zona est, realizzato tra il II ed il III secolo. La parte più spettacolare è costituita dal muro della scena che è formato da tre piani con colonne di marmo sovrapposte. Si calcola che sui suoi 11 gradini semicircolari potessero trovare posto circa 5.000 persone.
Nella zona ovest si trova il Forum con alcuni templi. Fra questi il tempio di Antonino Pio, il tempio di Giove e la Basilica cristiana fatta costruire da Giustiniano con il pavimento a mosaico. Altri mosaici colorati sono visibili nelle terme prospicienti la spiaggia.
Nella zona ovest, al di qua delle mura bizantine, si trova il mausoleo di Bes risalente al II secolo a.C. ed è di architettura punico-ellenistica. Questo mausoleo è stato in gran parte ricostruito da archeologi libici dopo il 1920. Al termine della visita si rientra in albergo per il pernottamento






































Leptis Magna

Settimo giorno tutto dedicato alla visita di Leptis Magna, compresa la seconda colazione. Leptis fu un emporio fenicio fondato tra l'XI al VII secolo a.C. Divenne Lepcis, poi Leptis Magna. Le rovine si trovano a circa 130 km a sud-est di Tripoli, a circa 3 km da Al Khums. Con la distruzione di Cartagine a seguito della terza guerra punica (146 a.C.) Leptis entrò nell'orbita del Regno Numidico sino alle Guerre contro Giugurta (112-105 a.C). Città alleata di Roma nel I secolo a.C., fu incorporata sotto Tiberio nella provincia Africa. Durante il dominio romano Leptis, acquisito l'appellativo di "Magna", divenne una delle principali città romane d'Africa grazie al fiorente commercio marittimo di spezie, schiavi ed animali provenienti dall'Africa subsahariana. La città raggiunse il suo apogeo nel 193, quando Settimio Severo, divenne imperatore.
Nel III secolo la città visse un rapido declino a causa dell'insabbiamento del porto, che ridusse la capacità commerciale della città. Alla metà del IV secolo gran parte di Leptis era abbandonata. Nel 439 Leptis Magna fu presa dai Vandali di Genserico che dispose lo smantellamento delle mura, scelta rivelatasi fatale quando la città venne saccheggiata dai Berberi nel 523. Dieci anni dopo la città fu ripresa da Belisario, che sciolse il regno vandalo. Al tempo della conquista araba della città, nel 650, Leptis era altro completamente abbandonata e abitata solamente da una guarnigione bizantina.

L'arco di Settimio Severo è uno dei monumenti più celebri di Leptis. Fu eretto nel 203 d.C., in occasione di una visita dell'imperatore alla sua città natale. Il nucleo della struttura fu costruito in pietra calcarea e poi rivestito in marmo. L'opera che oggi si può vedere è in realtà una semi-fedele ricostruzione dell'antico monumento.
Lo sviluppo della città insieme all'arrivo dell'acqua portarono l'imperatore Adriano, agli inizi del II secolo d.C., a commissionare l'impianto termale che porta il suo nome. A est delle terme di Adriano vi è una piazza aperta dominata dal tempio delle Ninfe. La piazza antistante il Nymphaeum segnava l'inizio di una via monumentale, fiancheggiata da portici colonnati, diretta al porto. La basilica dei Severi è una struttura che sorge sul lato nord-orientale del Foro. Lo spazio interno era articolato in tre navate. La sua costruzione fu avviata da Settimio Severo e completata da suo figlio Caracalla nel 216 d.C.. Nel VI secolo Giustiniano trasformò la basilica in una chiesa cristiana, facendo sistemare l'altare nell'abside sud-orientale.
Sul tratto della "Via trionfale", che passa per l'angolo meridionale del mercato, si erge l'arco di Tiberio (I secolo d.C.). Poco più avanti si trova l'arco di Traiano, fatto costruire nel 110 d.C..Il foro più antico di Leptis Magna era al centro della vecchia città punica. La piazza ebbe un nuovo assetto monumentale sotto l'imperatore Augusto.
Il mercato conserva nello spazio centrale due padiglioni ottagonali ricostruiti: quello settentrionale era forse adibito alla compravendita dei tessuti e conserva una tavola di pietra risalente al III secolo d.C., sulla quale sono incise le principali unità di misura.
Il teatro di Leptis è il secondo dell'Africa per dimensioni, dopo quello di Sabratha. Risale ai primi anni del I d.C.. Fu costruito sul sito di una precedente necropoli punica utilizzata tra il V e il III secolo a.C.. L'anfiteatro di Leptis Magna, capace di contenere 16.000 spettatori, venne scavato nel fianco di una collina nel I secolo d.C.
Al termine della visita si rientra a Tripoli per la cena e il pernottamento.









































Il giorno successivo, l'ottavo, abbiamo fatto ritorno in Italia con volo di linea.