Rabbia e sdegno per i continui tragici avvenimenti

Martedì 12 ottobre 1976 una folla commossa partecipa a Veveri ai funerali di Patrizia Aina ed Elena Gallina: le due bambine di dieci anni sono rimaste vittime dell'ennesimo incidente stradale che ha destato profonda impressione in tutto il paese. Le due inseparabili amiche stavano frequentando insieme la quinta elementare e quel sabato sera, 9 ottobre, erano state alle prove di canto e stavano ritornando a casa. Arrivate in piazza Martiri attraversano sulle strisce pedonali e una utilitaria le investe: interrogato dalla polizia stradale, l'investitore dichiarerà di non averle viste (Così riportava la notizia il Corriere di Novara del 14 ottobre).
Trasportate al centro rianimazione dell'Ospedale Maggiore di Novara, Patrizia, figlia unica, arriverà priva di vita; Elena, ultima di sei fratelli, spirava poco dopo. La scia di sangue, su quel tratto di strada, si allunga ancora senza che le autorità comunali facciano qualcosa per tutelare la sicurezza dei cittadini veveresi. Ci vorrà un'altra vittima, otto mesi dopo, per far insorgere tutto il paese e obbligare gli amministratori pubblici a porre rimedio ad una vera strage di oltre dieci cittadini morti per incidenti stradali in un breve tratto di strada.

Una nuova tragedia a Veveri: così la cronaca descritta dal Corriere di Novara di giovedì 15 giugno 1978.

"Mercoledì 7 giugno 1978, Rosa Paletta, 17 anni, residente in via Vignale, sta chiudendo l'uscio del negozio di parrucchiera dove lavora come apprendista e che si affaccia sulla frequentatissima via Verbano. La tragedia si consuma in un attimo: un camion militare che sopraggiunge da Novara, proprio all'altezza della ragazza rallenta per non urtarsi con un pesante Tir proveniente in senso contrario. Un terzo autocarro, che arriva alle spalle dell'automezzo militare, per evitare il tamponamento frena di colpo e sterza tutto sulla sinistra. Forse i freni si rompono, forse l'autista, ignorando che il Tir sta sopraggiungendo in direzione opposta, tenta il sorpasso. I tre pesanti automezzi si incastrano e il camion militare, sbalzato tutto a destra dal violento urto, piomba sul marciapiede e schiaccia contro il muro Rosa Paletta che resta uccisa sul colpo. La ragazza non fa nemmeno in tempo a gridare; chi grida e piange è la gente di Veveri che accorre sul luogo dell'incidente e si trova davanti lo spettacolo di quel povero corpo straziato...

Nel pomeriggio alla costernazione si aggiungono la rabbia e lo sdegno. Perchè la strada che attraversa Veveri ha già fatto troppe vittime e il semaforo, da anni reclamato dalla popolazione veverese per diminuire la pericolosità sulla via Verbano, è sempre stato solo promesso e mai installato. Nel pomeriggio gli abitanti di Veveri si riuniscono in un'assemblea convocata dal consiglio di quartiere e poi decidono, per farsi ascoltare, per ottenere finalmente il semaforo, di ricorrere alle maniere forti. Scendono in strada, la occupano, bloccando il traffico per un paio d'ore. Danno così vita ad una delle manifestazioni più spontanee, sincere ed estemporanee che la città abbia mai conosciuto". (Serena Fiocchi)



L'articolodel Corriere

I veveresi occupano
la statale

Don Franco e il presidente del cdq
Orlandi durante l'assemblea
in strada

Scendono in strada ancora non molto convinti sulle modalità dell'occupazione di via Verbano. Per tutti è una cosa giusta che va fatta perchè "qui è ora di farsi sentire", ma nessuno ha mai occupato niente, tanto meno una via di gran traffico. I veveresi si consultano con lo sguardo cercando reciproco consenso mentre si dispongono sulle strisce pedonali bloccando la circolazione: qualcuno si siede, qualcuno va a chiamare altra gente, qualche mamma, che scorge il proprio bambino seduto in mezzo alla strada a manifestare, accorre minacciando scapaccioni e poi si convince anche lei a restare. Mentre gli autisti più fortunati ...scendono dai propri automezzi e raggiungono tranquilli il bar, ha inizio l'assemblea di via Verbano che esprime le richieste dei cittadini di Veveri.

"Per la nostra incolumità, per non dover più temere di non vedere tornare a casa i nostri figli, per non venire falciati sull'uscio di casa- affermano il presidente del consiglio circoscrizionale uscente Alceo Orlandi, il parroco don Franco e altri oratori- chiediamo l'installazione, come soluzione immediata, di un semaforo a senso unico alternato, la presenza costante di un vigile urbano a Veveri e ildivieto di sosta ai Tir lungo la strada del paese". La richiesta non è nuova, i veveresi la portano avanti da anni prima informalmente, poi attraverso il consiglio circoscrizionale perchè da anni gli incidenti mortali si vanno ripetendo, con tragica periodicità, nel medesimo tratto di strada.

"due anni fa sono rimaste uccise due bambine, tamponamenti e scontri si susseguono all'ordine del giorno, quindici giorni fa una bambina è stata investita da un'auto e se l'è cavata solo perchè la macchina andava piano - afferma Alceo Orlandi- Adesso Veveri è deciso a dire basta". In un documento del consiglio di quartiere il cdq ha inoltre stigmatizzato tattiche dilatorie attuate dall'amministrazione comunale, prima a livello politico e poi tecnico che hanno portato alla situazione attuale. Il cdq Nord ritiene moralmente responsabile di quanto è accaduto quanti non hanno permesso che si facesse qualcosa per rendere più sicura la vita dei cittadini di Veveri ...riservandosi di adire alle vie legali per sospetta omissione di atti d'ufficio".

Il venerdì successivo, il 9 giugno, nuova manifestazione popolare: avrà una durata di due ore e si concluderà solo perchè il sindaco ha promesso che entro due giorni sarà installato il semaforo. Alla sera i veveresi si riuniscono nuovamente in assemblea presso il salone del circolo, con la presenza del presidente del cdq e del sindaco Pagani. I cittadini chiedono nuovamente il semaforo (è già iniziata l'installazione), segnali lampeggianti prima del semaforo (mai messi), la presenza costante di un vigile urbano (mai ottenuta) e quella saltuaria della polizia stradale (?),la cordonatura della sede stradale (l'abbiamo richiesta ancora recentemente senza ottenere ancora nulla) per costringere gli automezzi a diminuire la velocità, la costruzione di una circonvallazione (fu costruita via Rossa che ha solo istituito il senso unico ma la circonvallazione l'avremo solo con la costruzione delle tre rotonde, forse nel 2010/11!).

"Adesso aspettiamo risultati. Però li aspettiamo per una settimana -ha affermato il presidente del cdq uscente Alceo Orlandi- Se le nostre aspettative saranno ancora deluse non esiteremo a scendere di nuovo in strada".

Altra gente, altri presidenti del cdq, altri galantuomini rispetto a quelli di oggi! Il traffico, trent'anni dopo questi avvenimenti, in via Verbano è aumentato, i veicoli sfrecciano a velocità maggiore. Una strada così larga in senso unico, paradossalmente, invita a correre di più, sia in via Verbano, sia in via Rossa. I dissuasori li abbiamo richiesti, sono stati promessi, aspettiamo di vederli. Ma i vigili non li abbiamo mai visti se non in casi sporadici, molto, molto sporadici. E poi ci sono quelli che viaggiano in contromano. Se non ci sono stati altri morti è perchè qualcuno da lassù ci ha protetti, forse!