Già citata nel 1132 in una bolla papale di Innocenzo III come pieve di Grignasco e successivamente, nel 1151, compare in un documento anche il nome di tale "Martinus diaconus de Grignasco", è ora la chiesa cimiteriale.
Venne abbandonata durante il periodo medievale dalla popolazione che cercava maggior protezione preferendo, all'indifesa zona pianeggiante, l'insediamento ai piedi del castello di San Genesio.
Dell'antica struttura romanica rimangono solo alcuni tratti murari che raffigurano un falso intreccio musivo di triangoli di pietra e di cotto. Rimaneggiata nel corso dei secoli, la struttura attuale è settecentesca.
Al suo interno, sotto la cantoria dell'organo, si possono intravedere una scritta e frammenti di affresco relativi ad Angelo De Canta, datati 1539.
Interessanti sono le due tavole cinquecentesche di scuola gaudenziana raffiguranti San Giovanni Battista e San Pietro collocate nella pala secentesca dell'altare maggiore.
Sono da segnalare inoltre la tela di Francesco Gianoli che rappresenta San Giovanni Battista tra San Gaudenzio e San Carlo Borromeo (1650 circa) e una copia (l'originale è stata trafugata) di un'opera riconducibile alla cerchia di Carlo Francesco Nuvolose (XVII secolo) raffigurante Sant'Antonio da Padova, il Bambino e Sant'Antonio Abate.
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