PETRA, WADI RUM e AQABA

Foto di Livio G. Rossetti
23 –26 FEBBRAIO 2020

Il Regno Hascemita di Giordania è uno Stato del Vicino Oriente indipendente dal 1946 e la sua forma di governo è la monarchia costituzionale. Situata nella regione della Mezzaluna fertile, la Giordania è in gran parte costituita da deserti e ampi altopiani. L'altopiano della Transgiordania corrisponde alla zona dove sono situati i principali centri urbani ed è il luogo di maggior interesse turistico vista la presenza di importanti siti archeologici come Petra. La regione desertica occupa circa i due terzi del Paese; in questa zona, si trova il Wadi Rum, dove trascorreremo un giorno e una notte. Lo sbocco meridionale sul mar Rosso ha come unico porto Aqaba dove siamo giunti nella prima serata del 23 e dove trascorreremo l'ultimo giorno, prima del rientro a casa.

La popolazione della Giordania è composta da arabi giordani (55% circa), da arabi palestinesi" (circa il 40%), arrivati in conseguenza delle guerre arabo-israeliane del 1948 e del 1967. Il restante 5% della popolazione è composto da circassi, armeni, ceceni, curdi e libanesi arrivati dopo il 2006. La lingua ufficiale è l'arabo, ma l'uso dell'inglese è molto diffuso. Entrambe le lingue sono obbligatorie nelle scuole pubbliche e private. La maggioranza assoluta della popolazione è composta da musulmani sunniti ma sono presenti greco-ortodossi, cattolici, ortodossi-siriani, copti, armeni apostolici e protestanti con una piccola minoranza drusa nella città di Zarqa.

Nel 1921 Amman fu scelta come sede del governo per la creazione degli Emirati di Transgiordania e successivamente come capitale del regno hashemita del Giordano. Rimase una piccola città fino al 1948, quando ebbe inizio un afflusso di rifugiati palestinesi causato dalla creazione dello Stato di Israele in una parte della Palestina storica. Il governo giordano partecipò in quella occasione alla prima guerra arabo-israeliana. Nel 1967 si registrò una seconda ondata di profughi in corrispondenza dell'occupazione da parte di Israele dei rimanenti territori palestinesi, dopo la Guerra dei Sei Giorni di nuovo persa dalla Giordania.

Il viaggio è stato organizzato dall'Agenzia Viaggi Tricky Tour di Novara e accompagnatrice è stata Marta Prelli. La partenza è avvenuta da Milano Malpensa con arrivo ad Aqaba in serata dove ci attendeva la guida giordana che ci accompagnerà durante tutto il breve viaggio. Il mattino seguente si parte verso le 9,00 per la prima meta: Petra. Dichiarata dall’Unesco “Patrimonio dell’umanità”, la capitale dell’antico regno nabateo è accessibile tramite il Siq, una gola di 1,2 km circa di lunghezza e larga pochi metri. Poi il siq si allarga formando una vallata che ospita il centro vitale della città con il mercato, una serie di alte colonne appartenenti al Tempio del Leone Alato, Qasr al-Bint Firaun, che secondo una leggenda beduina apparteneva alla figlia del faraone. Dopo il pernottamento a Petra, il giorno successivo il viaggio avrà come meta, breve, la Piccola Petra, Siq al-Barid e, subito dopo, attraverso le alte montagne, raggiungeremo il deserto del Wadi Rum e più precisamente l'"Hasan Zawaideh Camp" che ci ospiterà sino all'ultimo giorno quando ritorneremo ad Aqaba, e dove avremo una escursione nel deserto a bordo delle Jeep, alla scoperta delle tracce lasciate dai suoi antichi abitanti.

Nel sito archeologico che visiteremo ci sono più di 800 monumenti di cui 500 sono tombe. La città antica si estende su una vasta area di montagne e wadi, ma ha un unico punto di accesso, che si trova al centro visitatori di Wadi Musa, come viene chiamato oggi il centro abitato di Petra (mappa del percorso).

Intera giornata per visitare Petra. Si inizia un po al freddo per percorrere circa 700 metri fino all'ingresso della stretto e spettacolare Siq, la gola profonda che porta al magico momento in cui si intravede il Palazzo del Tesoro (El Khasneh). Viene alla mente il film di "Indiana Jones e l'ultima crociata", quando Harrison Ford si trova davanti a questo stupendo monumento: è un vero spettacolo, pur conosciuto, ti lascia a bocca aperta. Poi si prosegue sino alla valle che si apre e mostra le Tombe Reali, il Cardo, i templi, le chiese, i musei, gli scavi e i vari tesori della città perduta per molto tempo.

Petra (che significa roccia in greco) è un sito archeologico posto a circa 250 km a sud di Amman, in un bacino tra le montagne ad Est del Wadi Araba, la grande valle che si estende dal Mar Morto fino al Golfo di Aqaba. Il suo nome semitico era Reqem o Raqmu (la gola variopinta), attestato anche nei manoscritti di Qumran. Fu nell'antichità una città edomita e poi divenne capitale dei Nabatei. Verso l'VIII secolo fu abbandonata in seguito alla decadenza dei commerci e a catastrofi naturali e, benchè le antiche cavità abbiano ospitato famiglie beduine fino ad anni recenti, fu in un certo senso dimenticata fino all'epoca moderna. Il complesso archeologico fu rivelato dall'esploratore svizzero Burckhardt nel 1812. Le numerose facciate intagliate nella roccia, riferibili per la massima parte a sepolcri, ne fanno un monumento unico.
La posizione e la disponibilità di acqua, incanalata anche lungo le pareti della gola, ne fecero un luogo propizio allo sviluppo e alla prosperità di una città. Il luogo è accessibile da est attraverso un canyon lungo circa 1,5 km e profondo fino a 200 metri, il Sìq, che ospita la principale strada di accesso. Le costruzioni funerarie sono ricavate nell'arenaria policroma di età paleozoica, una roccia sedimentaria prodotta dalla sedimentazione e dall'accumulo di piccoli granelli di sabbia. Una caratteristica di queste arenarie è la variazione del colore, con sfumature dal giallo ocra al rosso fuoco al bianco, dovute alla diversa concentrazione degli ossidi durante il lungo processo di formazione.

El Khasneh ("Il Tesoro") è un monumento scavato nella parete rocciosa di fronte allo sbocco della stretta gola di accesso al sito antico e con una facciata monumentale. La data della costruzione del tempio è molto controversa e la varie ipotesi spaziano in un arco di tempo che va dal 100 a.C. al 200 d.C. e probabilmente venne realizzato per ospitare la tomba del re nabateo Areta III (87-62 a.C.). Il disegno manifesta il contributo di cultura ellenistica provenienti dall'esterno: non ha infatti precedenti nelle facciate delle tombe locali e, a differenza di quasi tutte le altre, è isolata. In seguito la sua forma venne ripresa da El Deir, o "del Monastero". Il nome con il quale è conosciuta deriva dalla leggenda che un tesoro fosse nascosto nell'urna intagliata alla sommità del secondo ordine, che fu per questo oggetto di spari, nel tentativo di romperla.

La facciata, larga circa 28 e alta quasi 40 metri, è suddivisa in due ordini: quello inferiore riprende la facciata di un tempio con quattro colonne. Nei comparti laterali sono rappresentati dei cavalli con figure umane, identificate con i Dioscuri. Al di sopra di questo il secondo ordine, poggiato su un podio: le colonne formano due avancorpi laterali e al centro si spostano sul fondo, formando una specie di porticato intorno ad uno spazio centrale. Questo è occupato da un tempietto circolare, coperto da un tetto a cono e sormontata da un'urna. Sopra vi sono statue, tra cui due vittorie alate ed altre quattro figure di cui non si conosce il significato; sul tempietto vi è la statua della dea Iside. In cima alla facciata sono raffigurate due aquile, erose dalle intemperie. I capitelli sono disegnati prendendo a modello quelli dell'ordine corinzio, ma con una ricca decorazione vegetale, e uno schema compositivo adattato a quello dei "capitelli nabatei". La Sacra Sala si trova diagonalmente opposto al Tesoro e si suppone che avesse una funzione rituale collegata al tesoro.

Dopo il Siq la strada si allarga e sui due lati si trovano più di quaranta tombe e case costruite con uno stile che ricorda l'architettura assira. Di queste tombe, una ha la caratteristica di avere la camera mortuaria al piano superiore, mentre una seconda, non è scavata nella roccia, ma è sormontata da una struttura simile ad un ziggurat.
Il teatro: costruito dai nabatei oltre 2000 anni fa, fu scavato nella roccia dove prima vi erano delle tombe che andarono distrutte. Originariamente la cavea conteneva 3.000 persone distribuite su 45 file; la zona per l'orchestra era stata scavata nella roccia mentre la scena, di cui restano pochi reperti, era stata costruita e comprendeva tre ordini di nicchie. Dopo la conquista romana, il teatro fu ampliato e portato ad accogliere circa 8.000 spettatori, circa il 30% degli abitanti della città, con conseguente demolizione di altre tombe. Dopo essere stato danneggiato da un terremoto, alcuni elementi del teatro stesso furono utilizzati per costruire case e chiese.

All'interno delle falesie del jebel al-Khubtha, sono state scavate alcune delle più belle e importanti tombe di Petra, come la Tomba dell'urna, costruita nella seconda metà del I secolo d.C., dispone di un'enorme terrazza e un maestoso porticato dorico, intagliato nella roccia. Nel 447 d.C. fu trasformata in cattedrale ed in epoca bizantina fu aggiunto anche il doppio ordine di volte; la Tomba di Seta, che presenta straordinarie venature della roccia, sia rosa che bianche e anche gialle; la Tomba Corinzia in stile ibrido: la parte inferiore è un portico di ispirazione nabatea, mentre gli elementi decorativi del livello superiore risentono degli influssi dell'arte ellenistica, che presenta capitelli corinzi che danno il nome alla tomba; la Tomba del Palazzo, imitazione di un palazzo romano o ellenistico di tre piani.

La via centrale di Petra fu costruita, dopo la conquista romana, su una vecchia strada nabatea, e costituisce il decumano massimo, in direzione est-ovest; la strada era larga 6 metri, delimitata da imponenti colonne di arenaria rivestite di marmo, e su entrambi i lati si affacciavano i portici che davano accesso alle botteghe. All'inizio della strada colonnata vi era il ninfeo, una fontana pubblica costruita nel II secolo, forse destinata a raccogliere le acque provenienti dal Sìq. Della fontana è rimasto ben poco. Ugualmente del Palazzo reale sono rimasti solo pochi ruderi.
La porta di Traiano segnava il passaggio dall'area commerciale della città all'area destinata al culto del Qasr al-Bint. La porta, dotata di tre arcate, con enormi porte in legno e torri laterali, fu costruita nel II secolo ed era ricoperta di fregi con decorazioni floreali e di figure armate.
Il tempio, dedicato al culto di divinità nabatee, era stato costruito nel I secolo a.C. e sebbene fosse stato danneggiato da un terremoto fu utilizzato sino al tardo periodo bizantino. Al tempio si accede tramite una rampa che conduce a monumentali propilei porticati e dopo una seconda rampa si arriva al cortile sacro inferiore, delimitato a est e a ovest da un triplo colonnato. Il livello superiore del complesso ospitava il recinto sacro del tempio. Il tempio in origine era alto 18 metri ed il recinto sacro misurava 40 per 28 metri.
Qasr al-Bint, eretto dai Nabatei per le loro divinità attorno al 30 a.C., dopo l'occupazione fu adattato al culto degli imperatori romani e infine fu distrutto nel III secolo. Il nome completo del tempio è Qasr al-Bint al-Pharaun, castello della figlia del Faraone, e gli fu dato dai beduini. Originariamente il tempio era alto 23 metri e aveva scalinate di marmo, imponenti colonne con capitelli con decorazioni floreali. Questo era il principale luogo di culto della città nabatea.

Terminata la visita, finalmente una pausa pranzo nel punto terminale del percorso "facile". Manca il tempo e la forza per salire le centinaia di gradini e raggiungere il "Monastero" o per fare altri interessanti percorsi. Molto lentamente ripercorro la strada del ritorno completando la passeggiata di circa sei chilometri. In bus raggiungiamo il Petra Panorama Hotel dopo aver visto il tramonto e le nubi che nella notte porteranno copiose piogge.

Il terzo giorno si va prima a nord per visitare la Piccola Petra, poi subito si ritorna a sud verso il deserto, il Wadi Rum.