San Gimignano

Foto di Livio G. Rossetti

San Gimignano è un comune di circa ottomila abitanti ubicato in provincia di Siena. Per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità. Il sito di San Gimignano è per lo più intatto nell'aspetto due-trecentesco ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell'età comunale. Il territorio comunale è posto su un'alta collina nella Val d'Elsa e il capoluogo è posto a 324 m s.l.m. San Gimignano sorge su un luogo abitato sicuramente dagli etruschi, almeno dal III secolo a.C. Il colle era stato scelto per questioni strategiche, essendo dominante sull'alta Val d'Elsa. Sulle pendici del Poggio del Comune sono presenti i ruderi di Castelvecchio, un villaggio di epoca longobarda. Nel Medioevo la città si trovava su una delle direttrici della via Francigena, punto di intersezione con la strada fra Pisa e Siena. Secondo la tradizione il nome derivò dal santo vescovo di Modena, che avrebbe difeso il villaggio dall'occupazione di Attila. La prima cinta muraria risale al 998 e comprendeva il poggio di Montestaffoli, dove già esisteva una rocca sede di mercato, e il poggio della Torre con il castello vescovile. Verso il 1150 si formarono due "borghi" al di fuori delle mura lungo una nuova "via maestra", che vennero inglobati nelle mura con un nuovo tracciato completato nel 1214.

Nel 1199 il paese guadagnò la propria indipendenza comunale rispetto ai vescovi di Volterra. Non mancarono le lotte intestine tra guelfi e ghibellini, ma al XIII secolo, sotto i ghibellini, risale il periodo di maggior splendore economico che si basava sul commercio dei prodotti agricoli locali, tra i quali il più ricercato era lo zafferano. La solida economia permise la creazione di un ceto aristocratico che espresse la propria supremazia nella costruzione delle torri: nel Trecento si arrivò a contare 72 torri (oggi ne rimangono forse 14). Nel 1251 le mura inglobarono Montestaffoli, ma pochi anni dopo, nel 1255, la città venne presa dai guelfi di Firenze che ordinarono la distruzione delle mura. Riacquistata l'indipendenza nel 1261 e tornata la supremazia ghibellina dopo la battaglia di Montaperti, i sangimignanesi ricostruirono le mura comprendendo anche il poggio della Torre. Da allora la conformazione cittadina venne suddivisa in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una porta principale: quella di Piazza, di Castello, di San Matteo e di San Giovanni.

Il Trecento fu un secolo di crisi che non risparmiò San Gimignano: travagliata dalle lotte interne, essa fu pesantemente colpita dalla peste nera e dalla carestia del 1348, che decimò la popolazione. Nel 1351 la città stremata si consegnò spontaneamente a Firenze, rinunciando alla propria autonomia. Risale a quell'anno la Rocca di Montestaffoli. Nonostante il declino economico e politico, il XIV e XV secolo furono importanti dal punto di vista artistico, grazie alla presenza in città di numerosi maestri, senesi e fiorentini, chiamati soprattutto dagli ordini religiosi ad abbellire i propri possedimenti. Il declino della città nei secoli successivi furono le condizioni che permisero la cristallizzazione del suo aspetto medievale. Alla fine del XIX secolo si cominciò a riscoprire la particolarità e la bellezza della cittadina, che venne sottoposta integralmente a vincolo monumentale nel 1929.

Gli assi principali dell'insediamento sono due: uno est-ovest, più antico (X secolo), che collegava il poggio della Torre e la collina di Montestaffoli; uno nord-sud dalla Porta San Giovanni alla Porta San Matteo, sul quale passava la via Francigena. Nell'intersezione delle due direttrici, nel punto più elevato, si trovano le piazze cittadine: piazza del Duomo e piazza della Cisterna. Affacciate sulle piazze e sulle vie principali si trovano le torri e le case-torri dell'antica aristocrazia mercantile e finanziaria. La più antica è la torre Rognosa, che fu eretta all'inizio del XIII secolo. La più alta è la Torre del Podestà, detta anche Torre Grossa, di 54 metri. Un regolamento del 1255 vietò ai privati di erigere torri più alte della torre Rognosa (che all'epoca era la più alta).

La Chiesa Collegiata, detta anche comunemente il Duomo, è stata terminata nel 1148 ed è considerata uno dei più prestigiosi esempi di romanico toscano. Costruita su tre navate, ha le pareti interamente affrescate e l'interno conserva le decorazioni policrome tipiche delle chiese medievali come la volta a crociera dipinta di blu.

Il pellegrino che scendeva a Roma lungo la Via Francigena sostava sul colle di San Gimignano. Qui trovava ristoro ed emozioni d’arte nella Collegiata, dove meditava sotto le immagini dell'aldilà dipinte nel 1393 da Taddeo di Bartolo. Ancora oggi il duomo è una tappa d’obbligo per tutti gli amanti dell’Italia medievale. Le pareti della chiesa sono interamente coperte da affreschi che raccontano le storie del Nuovo e del Vecchio Testamento dipinte da illustri pittori della scuola senese del XIV secolo. Sulla parete destra vi è un ciclo di affreschi del Nuovo Testamento, capolavoro di Lippo e Federico Memmi. Sulla parete di sinistra sono narrate le Storie del Vecchio Testamento, realizzate nel 1367 da Bartolo di Fredi. Nel Duomo è inoltre possibile ammirare un gioiello del Rinascimento, la Cappella di Santa Fina ove hanno lavorato insieme tre artisti fiorentini di grande fama: l'architetto Giuliano da Maiano, lo scultore Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Gli affreschi di Taddeo di Bartolo si concentrano sulla controfacciata e sulle due pareti contigue della navata centrale.

La scena del Giudizio finale è sulla controfacciata e distribuisce i suoi attori intorno al rosone centrale. In alto vediamo il Cristo giudice seduto sul trono all’interno della mandorla iridata sostenuta dai serafini, con sei ali, e dai cherubini, con quattro. Gesù pronuncia la sua sentenza sollevando il braccio destro. Ai lati pregano in ginocchio per impetrare la misericordia i due avvocati difensori, la Madonna e Giovanni Battista. Due angeli si lanciano in picchiata verso la terra e suonano le lunghe trombe per risvegliare i morti. Sotto il rosone il tribunale celeste formato dai dodici apostoli.
Sulla parete a sinistra del Giudizio, Taddeo di Bartolo ha affrescato la sua visione del Paradiso. In alto vi sono le figure in trono di Gesù e della Madonna, unite dalla colomba dello Spirito Santo. I cori angelici sono una presenza costante nelle visioni paradisiache, ma l’originalità dell’immagine nella Collegiata è tutta negli strumenti musicali suonati dagli angeli che documentano l’intero repertorio orchestrale medievale. Nella parte inferiore dell’affresco è descritta la comunione dei santi. In basso a destra San Paolo (con la spada e le lettere) precede il corteo dei santi fondatori di ordini (Domenico, Agostino e Francesco).

La parete opposta ospita la visione dell’Inferno. La figura diabolica di Lucifero sovrasta i luoghi di punizione dei sette vizi capitali. In alto, accanto a Lucifero, sono punite la superbia e l’invidia. Poi seguono i peccati della carne: la gola, l’avarizia e la lussuria. Seguono gli accidiosi e gli iracondi. Lucifero siede sul suo trono infernale con un ghigno feroce da massacratore; ha tre facce, munite di altrettante coppie di corna, e con le sue tre bocche divora i grandi traditori, tra i quali Giuda; dal suo ventre-ano fuoriesce un superbo; con le mani stritola due dannati e con le zampe artiglia i grandi cattivi della Bibbia e i persecutori dei cristiani: Simon Mago, Nerone, Averroè, Massenzio, Nabucodonosor, il Faraone, Erode e Caino. Notevole è la scena della punizione del vizio della gola: sei ghiottoni, tra i quali un monaco, sono sottoposti al supplizio di Tantalo di fronte a una tavola imbandita di cibi e bevande. Tra i lussuriosi sono puniti il sodomita, il ruffiano con la sua compagna e l’adultera. Gli accidiosi restano fermi nella inanità della loro pigrizia nonostante che vengano stimolati dal morso dei serpenti e dalle bastonate dei diavoli. Sul fondo dell’affresco un corteo di diavoli conduce un gruppo di dannati verso la loro punizione; trascinano per i capelli una donna e si accaniscono contro una seconda donna bionda versandole addosso del liquido bollente e tormentandole il sesso con un bastone infuocato.

Nei riquadri ingranditi, accanto a quelli riferiti alle storie di Mosè, Noè, Abramo, Giobbe, ho raggruppato la Creazione dell'uomo, Adamo nel paradiso terrestre e la Creazione di Eva; la Costruzione dell'Arca, gli animali entrano nell'Arca e l'uscita dall'Arca, la parte sottostante al Giudizio finale con gli Apostoli e Gesù e Maria circondati dai Serafini e dai Cherubini colorati di azzurro, rosso e rosa. Soprattutto, dalla navata di destra, la vita del Cristo, in particolare l'Annunciazione, la Natività di Cristo, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio di Gesù, la Strage degli Innocenti e la Fuga in Egitto; poi la Disputa al Tempio, il Battesimo di Gesù, la chiamata degli Apostoli Pietro e Andrea, le Nozze di Cana, la Trasfigurazione, la Resurrezione di Lazzaro, l'Entrata in Gerusalemme e Gesù accolto dalla folla, l'Ultima Cena, il Tradimento di Giuda, la Preghiera del Getsemani, il Bacio di Giuda, Gesù davanti a Caifa, la Flagellazione, l'Incoronazione di spine, la salita al Calvario, la Crocefissione, la Resurrezione (molto rovinata) e la Pentecoste.

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