Il territorio veverese

Disegni, carte e testo di Livio G. Rossetti
La bassa novarese presenta una inclinazione uniforme da Nord a Sud e da Ovest ad Est: combinando insieme le due pendenze si ottiene che la pianura degrada da N-NO a S-SE ed è solcata longitudinalmente, secondo la stessa inclinazione, dagli alvei dei torrenti Agogna, Terdoppio ed Arbogna che scorrono per tutta la sua lunghezza secondo linee pressoché parallele.
Il terreno ha una natura generalmente sciolta dovuta alla sua natura alluvionale. Lo strato superficiale si estende sui sottostanti strati ghiaiosi e da ciò dipende l’alto grado di permeabilità dei terreni il che implica degli elevati consumi idrici, a causa anche della presenza dei fiumi e torrenti che solcano la bassa pianura e che determinano un forte effetto drenante.


Sezione del territorio

I vari tipi di terreno agrario

I pozzi d'acqua utilizzano
la seconda e la terza falda

Pozzi d'acqua di Veveri

I terreni

L’associazione 24 è formata da suoli bruni lisciviati, bruni alluvionali: questi terreni formano terrazzi fluvio-glaciali di età würmiana. Il paesaggio è abbastanza dolce, la potenzialità è buona. Su queste aree si estende molto l’urbanizzazione con costruzione di abitazioni e di impianti industriali (vedi i centri di Cerano, Trecate, Galliate, Cameri, Oleggio, …).
Associazione 25 (zona di Cavagliano, fascia di terreni lungo la Sesia, zona dei dossi centrali che da Novara scendono a Vespolate, Nibbiola e Monticello): sono depositi fluvio-glaciali che hanno subito modificazioni nell’interglaciale Riss-Würm. Ha una potenzialità minore del precedente. Il paesaggio è subpianeggiante con piccoli rialzi. È favorevole al bosco e agli insediamenti umani e alle zone industriali perché si tratta di una superficie sopraelevata (Novara sorge proprio sulla punta nord di uno di questi rialzi). A questa associazione fanno parte i suoli lisciviati a pseudogley, bruni lisciviati e alluvionali.
Associazione 30: suoli alluvionali idromorfi e alluvionali. È l’associazione più diffusa nella bassa. La potenzialità di questi suoli è legata in buona parte al grado di drenaggio: nella zona dove si coltiva il riso si usa lavorare lo strato superficiale del terreno e impastarlo con l'acqua per renderlo più impermeabile e così ridurre le perdite d’acqua. Veveri è localizzato su questo tipo di terreno.
I terreni di pianura sono formati da alluvioni terrazzate antiche e in parte da alluvioni recenti in corrispondenza degli alvei dei fiumi e dei torrenti che li attraversano. La parte più bassa della pianura novarese è prevalentemente dominata da alluvioni oloceniche sabbioso-ghiaioso-ciottolose del terziario, cioè appartenenti alla prima fase dell’alluvium. Il diluvium appare tuttavia in alcune parti della bassa ed in modo particolare in quella zona che dal centro di Novara scende sino a Nibbiola, Vespolate e Monticello: sono i dossi formati da alluvioni pleistoceniche della seconda fase del diluvium.
Tra i terreni della bassa e quelli collinari vi è la fascia dei terreni di brughiera, in gran parte incolti, con vegetazione spontanea (prevale l'erica detta localmente brugo). Solitamente questi terreni si suddividono in compatti (brughiera di Oleggio, Momo, Bellinzago) e a struttura sciolta, poco fertili (brughiera di Cameri, Caltignaga, Galliate, Trecate, Cerano).
Queste alluvioni antiche furono soggette ad intenso fenomeno di argillificazione e decalcificazione e ridotte allo stato di ferretto: questo caratteristico paesaggio di piane a gerbido circonda quasi interamente la bassa ad Est, Nord e a Ovest, ed anche a Sud di Novara nella poco marcata valle dell'Arbogna. Quando questi terreni alluvionali si diradano e prendono il sopravvento quelli più impermeabili, argillosi, allora si ha la risorgenza delle acque: è questo fenomeno che rende possibile gran parte dell'agricoltura della bassa.

Le condizioni climatiche

La bassa novarese è caratterizzata da un clima tipicamente continentale, con inverni freddi ed estati calde ed afose con frequenti nebbie particolarmente intense nel periodo autunno-invernale e con precipitazioni concentrate soprattutto in autunno e in primavera; i venti hanno scarsa importanza.
Ma, pur essendo queste caratteristiche meteorologiche favorevoli alla produzione agricola, senza un'irrigazione ben articolata non si potrebbe parlare di vera e competitiva agricoltura; e questo non tanto per la scarsità delle precipitazioni quanto per la notevole permeabilità del suolo che rapidamente disperde l'acqua piovana ed anche per le specifiche colture praticate (riso, marcite, ecc.) che richiedono forti quantitativi d'acqua.
Le precipitazioni oscillano tra gli 800 e i 1000 mm. annui, tenendo a decrescere da nord a sud con una frequenza media di 75-80 giornate piovose all'anno e con la massima intensità nei mesi di aprile e maggio, ottobre e novembre e la minima intensità nei mesi di gennaio e febbraio, luglio e agosto. É da notare che negli ultimi anni vi è stata una riduzione delle piogge annuali di circa il 15% ed anche una diversa distribuzione delle precipitazioni mensili: si ha un incremento in giugno, luglio, agosto e febbraio e una diminuzione negli altri mesi.


Temperatura media mensile
minima e massima

Temperatura media
minima notturna

Ore di insolazione giornaliere
media mensile

Giornate medie di brina

Direzione % del vento
valori medi

Forza del vento
valori medi
Il clima, la struttura morfologica e pedologica del terreno, l'idrografia naturale e freatica hanno influenzato e determinato in gran parte l'insediamento di alcune colture, quali il riso e le foraggere, queste hanno poi determinato vari elementi del paesaggio tra cui il sistema idrografico artificiale, l'accentuata modificazione del territorio con diboscamenti di vaste aree, il sistema agricolo, la composizione fondiaria, la struttura e l'ampiezza delle case rurali e dei centri abitati. I vari aspetti del paesaggio geografico vengono così a trovarsi intimamente collegati l'uno all'altro attorno a un elemento: il riso.