Egitto e i suoi tesori

Foto di Anna Maria Bojeri
25 luglio 1999

L'Egitto conta circa quasi 90 milioni di abitanti che in grandissima parte vivono vicino alle rive del Nilo, su una superficie di circa 10.000 chilometri quadrati, dove si trova l'unica terra arabile e irrigabile del Paese. Circa la metà dei residenti in Egitto vive in aree urbane, come il Cairo, Alessandria d'Egitto e altre grandi città del delta del Nilo, come Mansura.

L'Egitto è stato continuamente abitato dal X millennio a.C. e i suoi monumenti sono stati costruiti da una antica civiltà che è stata una delle più avanzate del suo tempo. Le sue rovine, come quelle di Menfi, Tebe, Karnak e la Valle dei Re sono il luogo più significativo di studi archeologici e di interesse turistico, così come l'attrazione della sua riviera del mar Rosso (con Sharm el-Sheikh, Dahab, Hurghada e Marsa Alam), facendo del turismo una parte vitale dell'economia.

Uno degli antichi nomi egizi del Paese, Kemet, significa "[terra] nera", è dovuto al fertile limo depositato dalle piene del Nilo, in contrapposizione a Dšrt, pronunciato Desceret, che significa "[terra] rossa" del deserto.

La storia dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di Basso e Alto Egitto da parte di Menes, primo sovrano della I dinastia, intorno al 3100 a.C., anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana preparatoria durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima. Attraverso momenti vari, l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del I millennio a.C. quando cadde sotto il controllo persiano. Venne poi conquistato da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., e rimase sotto il controllo dei suoi successori, i Tolomei, fino alla conquista romana del 30 a.C.
Alla divisione dell'Impero romano l'Egitto divenne parte dell'Impero romano d'Oriente. Nel VII secolo d.C. fu conquistato dagli Arabi che lo resero una provincia del loro califfato. Saladino e la sua dinastia posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei Mamelucchi, dei Turchi e dei Circassi. Infine fu il turno degli Ottomani che presero il potere nel 1517, al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano Selim I Yavuz che mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi. Ai primi di luglio 1798 l'Egitto fu invaso via mare da un corpo di spedizione francese guidato da Napoleone Bonaparte.

Le attrazioni turistiche più celebri dell'Egitto sono i monumenti millenari per i quali la Valle del Nilo è famosa nel mondo. Principali tra essi sono le Piramidi e la Sfinge di Giza, il tempio di Abu Simbel a sud di Assuan e il Tempio di Karnak, vicino a Luxor, la valle dei Re e delle Regine. E queste saranno in gran parte le mete del nostro viaggio che comprende anche una parte fluviale tra Luxor e Assuan. Al termine trascorreremo una settimana nella penisola del Sinai e più precisamente a Sharm el-Sheikh con la visita al monastero di Santa Caterina.

Siamo partiti da Malpensa alle 18,00 del 25 luglio e la nostra meta base è stato l'Hotel S. George di Luxor, l'antica Tebe, la regione egiziana che ospita il più grande museo a cielo aperto al mondo: Karnak e la Valle dei Re con la mitica tomba di Tutankhamon, la grandiosità del tempio di Hatshepsut, la sola donna che governò l'antico Egitto come faraone.

VALLE DEI RE E DELLE REGINE

Levataccia alle quattro del mattino per visitare la Valle dei Re e delle Regine: gli scavi archeologici hanno portato alla luce una sessantina di tombe e mausolei della necropoli tebana, con camere sepolcrali riccamente decorate con scene della vita nell'aldilà e sarcofagi di morti illustri eternamente rivolti ad Est. L'ingresso è consentito solo ad un numero limitato di tombe, fra i quali quella di Tutankhamon. Non è la più grande né la più suggestiva, ma è la più famosa e la sola ad essere stata trovata intatta. Dal parcheggio del bus si raggiunge la zona visitabile con un modesto trenino.

Poi abbiamo visitato il Tempio di Hatshepsut, autoproclamatasi faraone, governò come tale, tanto da apparire nelle raffigurazioni persino con la barba falsa. L'edificio è costruito su due balconi imponenti con enormi colonnati. Il monumento nel suo complesso sembra la continuazione naturale delle rocce che lo circondano.
Ultimo sito visitato alla sinistra del Nilo è costituito da due enormi monumenti detti i Colossi di Memnone.

LUXOR E KARNAK

Il Tempio di Luxor si trova nel cuore della città moderna, seguendo il lungofiume e il viale delle Sfingi, si raggiunge il tempio dedicato ad Amon, il dio più importante dell'antica Tebe. Opera del faraone Amenhotep III, risalente al XIV secolo a.C., il complesso templare è ancora in buone condizioni, poiché è rimasto sepolto sotto uno spesso strato di sabbia fino alla sua scoperta, durante i primi scavi del 1885.
I faraoni successivi ampliarono il monumento con aggiunte, come il pilastro con le statue colossali di Ramses II ed il recinto del Sole di Amenofi III. Anche gli abitanti più recenti di Luxor hanno continuato ad utilizzarlo come luogo di culto costruendo nel XIII sec. la Moschea di Abu al-Hajjaj all'interno dell'antico tempio egizio.
Più a nord del tempio di Luxor si trova il luogo di culto più importante dell'antica Tebe, il tempio di Karnak. Un immenso complesso con templi, obelischi e statue gigantesche la cui costruzione anche se iniziata durante il Medio Regno, intorno al 1900 a.C., è stata continuata per due millenni da parte di molti faraoni. Oltre ad un luogo religioso fu anche un importante centro di potere economico e politico dell'antico Egitto. Eccelle il santuario di Amon Ra, con il portico colonnato, una foresta di colonne colossali tra cui si ergevano un tempo statue di faraoni che incutevano timore.

EDFU

Al termine della visita, alle 16,30, ci imbarchiamo su una "nave" fluviale, una molto vecchia che, secondo le voci circolanti a tavola, avrebbe con noi fatto l'ultimo viaggio essendo destinata alla demolizione.
Durante questo lento viaggio abbiamo visitato, martedì 27 luglio, il sito di Edfu raggiunto seduti su strane carrozzelle e circondati dai bambini in attesa di piccoli regali o qualche soldino.

KÔM OMBO

Mentre la motonave viaggiava tra Edfu e Kôm Ombo, dopo cena era in programma la serata danzante in costume "egiziano". Il mattino dopo, fatta colazione alle 7,00, siamo scesi dalla nave e abbiamo visitato il tempio di Kôm Ombo. Kôm Ombo è una piccola cittadina posta sulla riva orientale del Nilo, a circa quaranta km a nord di Assuan, nei pressi di una vasta pianura coltivata a canna da zucchero e mais.
Situata sulla carovaniera per le miniere d'oro della Nubia, come quelle di Berenice Pancrisia e del Sudan, divenne successivamente centro di addestramento degli elefanti dell'esercito imperiale romano. Nei pressi della città si trovano i resti archeologici, primi tra tutti quelli del Tempio. La sua particolarità era costituita dalla dedicazione del culto a due diverse triadi di divinità. La prima, la più antica e primordiale della regione, era costituita dal dio coccodrillo Sobek, Hathor e Khonsu. La seconda, di epoca più tarda, era costituita da Haroeris cioè Horo il Vecchio, manifestazione solare del dio falco, Tasenet-nofret sorella di Horus e Panebtani, il signore dei due paesi.
Costruito strategicamente su di una collinetta, in arabo Kom, poco distante dal fiume, dal Tempio si gode un bel panorama sull'ansa del Nilo. Il Tempio ospita numerose iscrizione riguardanti la medicina con gli strumenti anticamente usati per praticarla.

LA DIGA DI ASSUAN

Dopo la visita abbiamo puntato per l'ultima meta con la nave: Aswan per noi Assuan, raggiunta alle ore 14,00. Presso la città, vicino alla prima cateratta, gli Inglesi costruirono la prima diga. Più a monte si trova la Grande Diga detta anche l'Alta Diga. Noi abbiamo visitato brevemente la seconda. Poi, con piccole imbarcazioni, abbiamo visitato il Tempio di Philaè, sito spostato per non essere sommerso dalle acque della prima diga.

TEPIO DI FILE

I Templi di File (nella forma greco-latina Philae) sono il complesso dei templi che sorgevano sull'omonima isola del Nilo, poi smontati e trasferiti sulla vicina isola di Agilkia nel 1977. Il suo nome in lingua egizia significava "L'isola del tempo". Essa è lunga meno di 400 metri e larga poco più di 100, con rive scoscese; sulla sua cima era stato costruito un alto muro che la percorreva per tutta la sua lunghezza. L'isola era la frontiera meridionale del regno egizio, pertanto i faraoni vi dislocarono una guarnigione militare.
Poiché File era ritenuta uno dei luoghi di sepoltura di Osiride, l'isola era sacra sia per gli egizi che per i nubiani. Sorsero alcuni templi nell'arco di circa tre secoli, che si andarono ad affiancare al Tempio di Iside, dedicati alle divinità Horus e Hathor, tanto che la resero uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio dell'antico Egitto.

I templi furono chiusi nel VI secolo per volere dell'imperatore Giustiniano I, e a quei tempi erano considerati gli ultimi templi pagani ancora esistenti nel mondo mediterraneo. Nel 1817 il tempio fu visitato dall'archeologo italiano Belzoni che l'anno seguente, su ordine del console inglese, ne asportò l'obelisco che fu portato in Inghilterra e, insieme alla stele di Rosetta, servì per decifrare i geroglifici egizi.
Nel 1902 venne completata la diga di Assuan e molti monumenti, fra cui quelli di File, rischiavano di essere sommersi dalle acque del Nilo. La diga venne alzata per due volte, il che causò la quasi scomparsa dell'isola di File: i templi restavano fuori dall'acqua solo quando le chiuse erano aperte, fra luglio ed ottobre. Negli anni sessanta l'UNESCO decise di spostare la maggior parte dei monumenti in pericolo in luoghi più sicuri. Il complesso di templi di File fu cinto da una diga che permise al tempio di riemergere dalle acque, quindi dopo essere stato smontato fu spostato ad Agilkia, a 550 metri di distanza, dove si trova ancora oggi. Il progetto, portato a termine dall'impresa italiana Condotte-Mazzi Estero e finanziato dal governo italiano, richiese tre anni di lavoro. I lavori iniziarono nel 1977 e si conclusero l'11 marzo 1980.

ABU SIMBEL

Giovedì 29, poco prima di mezzogiorno, dopo le organizzate visite al negozio di profumi, al mercato delle spezie e a quello dei ricordini, con un caldo infernale, ci trasferiamo all'aeroporto di Assuan, che naturalmente era al gelo con i condizionatori a manetta. Un breve volo e scendiamo nei pressi del Lago Nasser ad Abu Simbel. Dopo un breve viaggio in bus siamo sui granelli roventi di sabbia davanti al grande Tempio di Ramesse II che, con quello di Nefertari, è stato costruito durante il regno di Ramesse II (1290-1224 a.C.); entrambi furono copletati per il trentesimo anniversario del suo regno.

Il tempio grande è consacrato al dio Amon-Ra di Tebe e a Harmakis di Eliopoli, le principali divinità dell'Alto e Basso Egitto. Inoltre si veneravano il dio Ptah di Menfi e lo stesso Ramesse II divinizzato. Il tempio più piccolo è invece consacrato alla dea Hathor e alla sposa favorita di Ramesse, la regina Nefertari.
Il 22 marzo 1813 lo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, scopritore anche della città di Petra, vide le teste dei colossi di Ramesse che affioravano dalla sabbia ma non fu in grado di comprendere chi rappresentavano nè di entrare all'interno dei templi. Solo nel 1817 l'italiano Benzoni iniziò una campagna di scavi sistematici grazie ai quali fu di nuovo rivelata la bellezza di questi templi.

Nel 1960 iniziarono i lavori di costruzione della diga Sadd El-Ali ad Assuan che avrebbe creato il lago Nasser. Per salvare i monumenti di Abu Simbel l'Egitto e il Sudan chiesero aiuto e l'UNESCO si ofrì di salvare i templi. Dopo aver esaminato diverse proposte, venne approvato il progetto dello scultore egiziano Ahmad Osmad che prevedeva di tagliare in numerosi blocchi i templi e di ricomporli in un luogo più sicuro. I lavori iniziarono nel 1964. I due templi furono divisi in 807 e 235 blocchi del peso massimo di 20 tonnellate e accuratamente numerati. I due edifici furono quindi ricomposti in una posizione 65 m. più in alto e 180 m. verso l'interno rispetto al punto originale. Per dare solidità al complesso i due templi furono fissati ad una struttura in cemento armato. I vari blocchi sono stati uniti usando una malta composta da cemento e sabbia del deserto. Per eseguire questi lavori furono impegnate circa 2000 maestranze tra le quali anche dei tagliatori delle cave di marmo di Carrara che eseguirono i tagli dei blocchi. I lavori furono completati nell'estate del 1968.

IL CAIRO

Terminata la visita, alle 16,15 abbiamo ripreso l'aereo diretti al Cairo. Abbiamo raggiunto l'Hotel Meridien per un primo riposo, sorseggiando una pastiglia di Dissenten: i contrasti termici della giornata avevano scombussolato i nostri intestini!

Venerdì 30 luglio: visita al Museo Egizio del Cairo. Il Museo ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell'Antico Egitto. Gli oggetti in mostra sono circa 136.000 e molte altre centinaia di migliaia sono conservate nei magazzini. L'attuale museo è un'emanazione del servizio egiziano delle antichità costituito dal governo nel 1835 nel tentativo di fermare l'esportazione massiccia di reperti e manufatti.
Il primo nucleo del museo venne aperto nel 1858 con le collezioni raccolte da Auguste Mariette al servizio di Isma'il Pascià ed aveva sede nel quartiere di Bulaq davanti all'isola di Gesira. Essendo lo spazio insufficiente nel 1891 il museo venne spostato all'interno del palazzo di Isma'il Pascià a Giza. Quando anche questo spazio divenne insufficiente, ai primi anni del Novecento si dette vita all'attuale Museo Egizio che venne inaugurato nel 1902, in stile neoclassico e in Piazza Tahrir, nel centro del Cairo.
I pezzi di maggior pregio sono rappresentati dalla collezione dei reperti trovati nella tomba di Tutankhamon, rinvenuta intatta nella Valle dei Re, dall'archeologo Howard Carter nel 1923. La "sala delle mummie", che conteneva 27 mummie reali di epoca antica, fu chiusa al pubblico nel 1981. Nel 1985 è stata riaperta con una selezione di mummie di re e regine del Nuovo Regno di cui è visibile solamente il volto.

Al termine della visita abbiamo pranzato su un battello-ristorante. Nel pomeriggio in pullman abbiamo raggiunto la Cittadella e alla Moschea intitolata a Muhammad Ali-Basha, costruita fra il 1830 ed il 1848. Situata sulla sommità della Cittadella stessa, l'edificio ottomano è il più grande ad essere stato costruito nella prima metà del XIX secolo.

Dopo alcune visite al negozio degli argenti e ad altri vicino alle Piramidi e dopo la cena, abbiamo assistito allo spettacolo motturno di luci e suoni a Giza, seduti davanti alla Sfinge e alle tre Piramidi, facendo ritorno in Hotel a mezzanotte.
Sabato 31 luglio, partenza di buon mattino per la visita alle Piramidi: da non credere, a stento si vedevano nella nebbia mattutina carica di pulviscolo e smog.

LE PIRAMIDI DI GIZA

La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia del Cairo. Al suo interno si trovano principalmente la Piramide di Cheope (o Grande Piramide), la Piramide di Chefren e la Piramide di Micerino. Questa necropoli dell'Antico Egitto è attorniate da altri piccoli edifici, noti come piramidi delle regine, templi funerari, rampe e templi a valle e cimiteri di varie epoche. La Sfinge sorge sulla parte orientale del complesso, ed è rivolta verso est, è lunga 70 metri e alta 20 metri, con il corpo di leone e il volto umano.
I numerosi cimiteri, con mastabe e tombe private, presentano importanti sepolture di alti funzionari e componenti delle famiglie reali. La costruzione della necropoli avvenne attorno al XXVIII secolo a.C. Tra le ultime scoperte vi è il villaggio degli artigiani che costruirono le piramidi con la propria necropoli.
La piramide di Cheope è la più grande e la più antica, perfetta sotto il profilo architettonico. Risale al 2500 a.C. circa ed era originariamente alta 146 metri, mentre oggi è solo 137 metri. L'interno accoglie un sarcofago vuoto. La piramide di Chefren è alta circa 136 metri ed è la meglio conservata, in quanto presenta ancora parte del rivestimento esterno. Infine la piramide di Micerino è la più piccola (63 metri) ed anche la più recente.

SAQQARA

Nel pomeriggio abbiamo visitato Saqqara, una vasta necropoli situata a 30 km a sud della città del Cairo. Il monumento di maggior rilievo è la piramide a gradoni di Djoser, considerata la più antica tra le piramidi. Mentre Menfi fu la capitale dell'Antico Regno, Saqqara fu la necropoli reale almeno fino alla III dinastia. Sebbene sostituita dalla necropoli reale di Giza e, in seguito, da quella della Valle dei Re presso Tebe, rimase un'importante località di seppellimento e culto per più di 3000 anni fino al periodo Tolemaico ed all'occupazione romana.

Il sito ospita dozzine di piramidi accessorie, di regine e principi reali, in vari stati di conservazione. Saqqara ospita anche un grande numero di tombe a mastaba. Essendo stato il complesso funerario coperto dalla sabbia per quasi due millenni, fino al 1924, anno della sua riscoperta, molte tombe si sono preservate intatte sia nelle strutture esterne che nelle decorazioni interne.

SHARM EL-SHEIKH

Al termine della visita abbiamo fatto ritorno in hotel per l'ultima serata con il gruppo.
Il giorno dopo quasi tutti rientravano in Italia. Noi Invece siamo partiti in volo con destinazione l'aeroporto internazionale di Sharm el-Sheikh, località turistica posta nella parte meridionale della penisola del Sinai e bagnata dal mar Rosso. Qui trascorreremo una settimana, calda, ma in un modo per noi impensabile. Durante una gita all'interno verso il monastero di santa Caterina abbiamo toccato i 52°!
La città si presenta come un grande centro, costituito in gran parte da villaggi e residence turistici. Gli abitanti, per la maggioranza, sono persone provenienti da altre zone dell'Egitto e lavorano nei centri turistici e risiedono a Sharm per lavoro. Il nostro villaggio era un po' distante dalla città che abbiamo raggiunto una sola volta con le navette dell'albergo.

Il suo nome appare già sulle carte nautiche spagnole del 1500, ma furono gli israeliani, durante l'occupazione dell'Egitto dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967), ad accorgersi dell'enorme potenziale turistico della costa del Sinai. Sono stati loro a predisporre anche la strada asfaltata verso il Santa Caterina.
La vita turistica di Sharm si divide tra le spiagge e i meravigliosi reef, ossia tra il riposo e le immersioni alla scoperta di angoli incontaminati in un mare quasi completamente chiuso e piuttosto profondo. La trasparenza dell'acqua permette di osservare la barriera corallina che corre per chilometri lungo tutto il Sinai con pareti di corallo che scendono a picco nelle profondità marine dando ospitalità a moltissime specie di pesci ed una flora marina di suggestiva bellezza. Noi, paurosi dell'acqua, abbiamo preferito un battello "sottomarino" che ci ha permesso di osservare questi fondali, i pesci esotici e i coralli multicolori.
Il deserto del Sinai con le sue montagne ed i suoi canyon rocciosi è la seconda attrattiva di Sharm. Anche se in pullman, per raggiungere il Convento di Santa Caterina, abbiamo percorso una parte dii questo deserto, incontrando solo alcuni posti di blocco lungo la strada.

MONASTERO di SANTA CATERINA

Ultima gita prima del rientro a Malpensa l'8 di agosto.

Presso il Roveto Ardente di Mosé, ai piedi del monte Sinai (Gebel Musa), sorge il monastero fortificato di Santa Caterina, da 15 secoli abitato da una piccola comunità di monaci greco-ortodossi.
Sorge a 1.500 metri di altezza e venne costruito per volere dell'imperatore Giustiniano nel VI secolo d.C. col nome di monastero della Trasfigurazione. Solo nel IX secolo assunse il nome di Santa Caterina in onore della martire di Alessandria morta nel 310 d.C.. Convertitesi al cristianesimo, Caterina fu accusata di adorare idoli pagani e fu condannata a morte. Si racconta che, al momento della decapitazione, il corpo venne prelevato dagli angeli e portato su un monte del Sinai dove qualche secolo dopo venne ritrovato, perfettamente conservato, dai monaci del monastero della Trasfigurazione.

Il complesso religioso è formato da numerosi edifici di epoche differenti, la moschea per i viandanti musulmani, la chiesa della Trasfigurazione sovrastata da un alto campanile. La parte più antica del monastero è visibile nella cappella del Roveto Ardente, costruita nel punto dove comparve a Mosè il roveto in fiamme. Di notevole valore è la sua Biblioteca che ospita la seconda più vasta collezione di manoscritti antichi.
Nel Museo si possono osservare icone bizantine, tra cui la prima immagine di Cristo, dal valore inestimabile, porte intagliate, affreschi ed altre decorazioni religiose in oro e pietre preziose.