IL CONTROLLO ANTIDOPING
IL DESTINO DEL CAMPIONE NEL CONTROLLO ANTIDOPING
DAL CAMPIONAMENTO ALLA COMUNICAZIONE DEI RISULTATI
Considerazioni introduttive
Il Coni in prima istanza, s'impegna a combattere la problematica relativa al doping negli atleti sportivi. Infatti per meglio affrontare l'insorgere e il dilagare di questa pratica, ha istituito una specifica "COMMISSIONE", essa ha il compito di coordinare la selezione gli atleti che dovranno essere controllati; non potendo praticare l'indagine a tappeto su tutti gli sportivi, in Italia la procedura seguita è quella dei "CONTROLLI ANTIDOPING A SORPRESA".
L'atleta viene sottoposto ad ulteriori test rispetto a quelli già istituiti dalla propria federazione. Questi test vengono effettuati in momenti particolari della vita sportiva dell'atleta, contrariamente a quelli praticati come "routine".
I controlli antidoping avvengono normalmente durante gare o competizioni; il meglio sarebbe sottoporre tutti gli atleti, ma questo non è possibile vista la complessità delle numerose procedure e all'altissimo grado di specializzazione scientifica che devono avere coloro che sono chiamati a effettuare le operazioni.
Dove comincia e dove finisce il controllo antidoping?
In forma semplicistica il controllo antidoping comprende un insieme di attività molto ampie e complesse caratterizzate da una serie di test scientifici e rigorosi effettuti su un campione di urine di un atleta selezionato. La procedura tuttavia è ben più articolata, essa comincia con la selezione degli atleti e si conclude nel laboratorio antidoping, al termine delle operazioni analitiche, con la stesura di un certificato di analisi, che viene inviato agli organi competenti.
In realtà può essere necessaria un'ulteriore fase, prevista soltanto qualora il campione analizzato sia risultato positivo. In questo caso è necessario ripetere l'analisi a distanza di alcuni giorni, dando così la possibilità all'atleta (che può avvalersi del supporto di suoi legali e/o periti) di assistere a tutte le operazioni svolte in laboratorio.
Analizziamo il percorso seguito dal campione di urina sottoposto ai controlli, ponendo come punti di riferimento (iniziale e finale) proprio le fasi di selezione degli atleti e la trasmissione dei certificati di analisi agli organi competenti. Si possono distinguere diverse fasi.
1. Scelta degli atleti: avviene con controlli a sorpresa che sono coordinati da un'apposita COMMISSIONE DEL CONI che fissa anche le modalità con cui devono essere effettuati. Sia che il controllo sia previsto, sia che avvenga senza che gli atleti ne siano preventivamente informati, esso può avvenire al termine di una "COMPETIZIONE" oppure "FUORI GARA", anche in periodi non interessanti dal punto di vista agonistico. Qualora il controllo avvenga dopo una "competizione", le modalità di scelta dell'atleta possono essere sia mediante sorteggio, sia in relazione al piazzamento ottenuto.
2. Raccolta delle urine: è una delle fasi più delicate di tutta la procedura. Le operazioni di raccolta delle urine degli atleti prescelti devono garantire il prelievo di una quantità sufficiente di liquido.
Le operazioni di prelievo delle urine si articolano in momenti successivi caratterizzati dalle seguenti fasi:
fase 1 - CAMPIONAMENTO
Identificazione dell'atleta
Consegna all'atleta di un recipiente
fase 2 - CATENA DI CUSTODIA
Produzione da parte dell'atleta di una quantità sufficiente di urina.
Ripartizione del campione in due contenitori.
Valutazione preliminare delle caratteristiche del campione di urina.
Compilazione del verbale di prelievo
3. Trasporto dei campioni dal luogo di raccolta al laboratorio autorizzato all'analisi: è una fase obbligatoria. I campioni sigillati e depositati all'interno di appositi contenitori, che saranno trasportati al laboratorio prescelto nel minor tempo possibile, devono giungere in perfette condizioni, integri da manomissioni e assolutamente anonimi, ma con un codice d'identificazione.
4. Conservazione dei campioni in laboratorio: a ciascun campione che giunge in laboratorio viene assegnato, da parte di personale che non è successivamente impegnato nelle operazioni analitiche, un codice interno di riferimento onde garantire il totale anonimato di ciascun campione all'interno del laboratorio. L'urina può essere conservata per periodi anche prolungati senza che se ne verifichi un'alterazione rilevante ai fini delle analisi antidoping. E' in ogni modo indispensabile custodire i campioni in celle frigorifere.
5. Procedimenti di analisi (sono più di uno, e procedono in parallelo) ed elaborazione dei dati sperimentali : questa fase è svolta da professionisti nel campo delle analisi antidoping, viene effettuata con apparecchiature sofisticate e i dati sperimentali sono confrontati con parametri di riferimento. Essa prevede che ogni campione venga sottoposto ad una serie di operazioni preanalitiche, propedeutiche all'esecuzione di una serie di procedimenti volti all'identificazione di sostanze dopanti.
6. Stesura del certificato di analisi e trasmissione dei risultati: avviene confrontando il codice con quello di riferimento del prelievo. In caso di positività vengono ripetute le analisi in presenza dell'atleta e di suoi legali/periti e il risultato definitivo viene confermato dopo una seconda prova.
Le prime due fasi costituiscono il "campionamento". Dalla seconda alla quarta s'impone invece la "catena di custodia". La quinta e sesta fase sono quelle che coinvolgono esclusivamente il personale che opera all'interno del laboratorio antidoping.
|