DICHIARAZIONE DI LOSANNA
SUL DOPING NELLO SPORT

DICHIARAZIONE DI LOSANNA ADOTTATA DALLA CONFERENZA MONDIALE SUL DOPING NELLO SPORT, 4 FEBBRAIO 1999

La Conferenza Mondiale sul Doping nello Sport, effeutatasi a Losanna il 4 febbraio del 1999, ha avuto come scopo principale quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle implicanze del problema "doping".

Dal punto di vista:

ETICO, come violazione del regolamento imposto dal Comitato Olimpico,

FISIOLOGICO, come minaccia per la salute degli atleti,

la lotta al doping interessa direttamente tutti gli organismi sportivi.

Il Comitato Internazionale Olimpico (CIO), le Federazioni Sportive Internazionali (FI), i Comitati Olimpici Nazionali (CON), gli atleti, i Rappresentanti dei Governi, riuniti La Conferenza Mondiale sul Doping nello Sport sono giunti unanimemente alle seguenti conclusioni:

1) EDUCAZIONE, PREVENZIONE E DIRITTI DEGLI ATLETI

Il giuramento olimpico verrà fatto anche da allenatori e dirigenti e dovrà prevedere il rispetto dell’integrità, dei principi etici e del FAIR PLAY nella pratica sportiva.

2) IL CODICE ANTI-DOPING DEL MOVIMENTO OLIMPICO

Il codice Anti-doping del Movimento Olimpico è il mezzo fondamentale per la lotta al doping.

Per doping si intende il ricorso ad un artificio, in forma di sostanza o di metodologia, potenzialmente pericoloso per la salute dell'atleta, in grado di incrementare la prestazione, o l’accertamento del ricorso ad una metodologia inclusa nell’elenco allegato al Codice Anti-doping del Movimento Olimpico.

Il Codice Anti-doping del Movimento Olimpico viene applicato agli atleti, agli istruttori, agli allenatori, ai dirigenti e al personale medico che ha il compito di preoccuparsi della salute degli atleti che partecipano (o parteciperanno) alle competizioni sportive che organizza il Movimento Olimpico.

3) SANZIONI

Le sanzioni per le violazioni al regolamento anti-doping verranno previste dal quadro dei controlli eseguiti sia durante sia fuori le competizioni.

In concordanza con i desideri degli atleti, i CON e un’ampia maggioranza delle FI hanno espresso che la sanzione minima in caso di ricorso a sostanze o alle metodologie vietate dovrà essere la sospensione dell’atleta dalle gare per un periodo di due anni; nel caso di una prima trasgressione.

Possono verificarsi dei casi eccezionali, la cui valutazione spetta agli organismi delle FI, che implicano la modificazione della sanzione di 2 anni e l'applicazione di sanzioni o misure aggravanti.

Sanzioni più severe verranno applicate agli allenatori e ai dirigenti resi colpevoli di violazioni al Codice Anti-doping.

4) AGENZIA INTERNAZIONALE ANTI-DOPING

Verrà istituita un’Agenzia Internazionale Anti-doping, indipendente, che sarà operativa a partire dai Giochi Olimpici di Sydney, nel 2000.

Il mandato di tale organismo prevede il coordinamento dei programmi che servono a realizzare gli obiettivi definiti e concordati tra le parti interessate.

Si curerà con attenzione l’estensione dei test al di fuori delle gare, il coordinamento delle ricerche, la promozione degli interventi preventivi ed educativi e l’armonia creata dagli standard scientifici e tecnici.

5) RESPONSABILITÀ DEL C.I.O, DELLE F.I E DEL T.A.S

Il CIO, le FI e i CON manterranno le rispettive competenze. Di conseguenza, le delibere emanate in prima istanza, saranno di esclusiva responsabilità delle FI e dei CON in occasione dei Giochi Olimpici del CIO.

Una volta esperite le rispettive procedure, riconoscono la piena autorità del TAS (Tribunale Arbitrare Sportivo).

Verranno incorporate delle procedure riguardanti i principi generali di diritto, come il diritto di udienza, il patrocinio legale, la presentazione delle prove e la convocazione di testi.

6) COLLABORAZIONE TRA MOVIMENTO OLIMPICO E AUTORITÀ PUBBLICHE.

Le Autorità pubbliche, di comune accordo, interverranno nei settori dell’educazione, della ricerca scientifica e delle misure sociali e sanitarie per tutelare gli atleti. Provvederanno, inoltre, a coordinare la legislazione in materia al doping.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FAIR PLAY

significa letteralmente fiera del gioco; ma è stato interpretato come GIOCO LEALE; il vincere dimostrando un atteggiamento onesto, leale, positivo assume un valore maggiore.

PRINCIPI FAIR PLAY:

Fare di ogni incontro sportivo, indipendentemente dalla posta e dalla virilità della competizione, un momento privilegiato, una specie di festa.

Conformarsi alle regole e allo spirito dello Sport praticato.

Rispettare gli avversari come se stessi.

Accettare le decisioni degli arbitri o dei giudici sportivi, sapendo che hanno diritto all’errore, ma fanno tutto il possibile per non commetterlo.

Evitare le cattiverie e le aggressioni nei propri atti, parole o scritti.

Non usare artifici o inganni per ottenere il successo.

Rimanere degni nella vittoria, così come nella sconfitta.

Aiutare chiunque con la propria presenza, esperienza e comprensione.

Portare aiuto a ogni sportivo ferito o la cui vita sia in pericolo.

Essere un vero ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare i principi suddetti.

Verrà prestata particolare attenzione ai giovani, agli atleti e ai rispettivi ambienti. Tutte le misure adottate contro il doping dovranno garantire massima trasparenza, rispettando i principi di riservatezza al fine di tutelare i diritti principali degli atleti.

Per le campagne anti-doping, si farà affidamento sulla collaborazione dei mezzi di comunicazione.