Casa Desanti-Bossi (1859)
dell'arch. Alessandro Antonelli

Foto di Livio G. Rossetti, maggio 2010

È appena uscita la classifica del FAI denominata "I luoghi del cuore" alla quale hanno aderito 500 mila persone. Al secondo posto troviamo uno dei capolavori dell'arch. Antonelli, sito quasi davanti alla celebre Cupola di San Gaudenzio: Casa Bossi.
Alessandro Antonelli era nato a Ghemme, dove il padre era notaio, il 14 luglio 1798, moriva a Torino il 18 ottobre 1888 e venne sepolto nel cimitero di Maggiora, paese di origine della famiglia. Fu professore di architettura all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, deputato al Parlamento Subalpino, consigliere comunale a Torino e consigliere provinciale a Novara dove lavorò anche al Piano Regolatore della città.

A Novara il monumento più importante è la cupola della basilica di San Gaudenzio, terminata nel 1887. Interamente costruita in mattoni è alta 121 m. Ebbe anche l'incarico di ristrutturare il duomo, trasformato completamente dall'Antonelli passando da un edificio romanico ad una costruzione neoclassica inaugurata nel 1868, lavorò pure nella parte nuova dell'Ospedale Maggiore, sul fianco della chiesa. Altro lavoro importante fu proprio casa Desanti-Bossi, uno dei migliori esempi di architettura civile ottocentesca.

L'edificio venne commissionato nel 1857 all'Antonelli da Luigi Desanti, nobiluomo corso, che aveva acquistato il fabbricato settecentesco appartenente alla marchesa Amalia Coconito di Montiglio. Antonelli dallo stesso anno iniziò i lavori di modifica e di ampliamento dell'edificio, completando la facciata nel 1859. Nel 1864 Luigi Desanti ipotecò l'edificio a favore dell'ospedale Maggiore della Carità di Novara. Iniziarono poi i lavori di rifinitura della facciata laterale, sulla quale si apre il portone di entrata principale. Nello stesso anno morì il committente e l'edificio venne ereditato dalle tre figlie, Carlotta, Luigia e Bianca, che quindici anni dopo, il 29 dicembre del 1880 vendettero la proprietà al cavaliere Carlo Bossi. Nel 1927 Carlo Bossi lasciò in eredità l'edificio ai figli Ettore ed Emma.

Alla morte di Ettore Bossi, avvenuta nel 1951, l'edificio passò al "Civico istituto Dominioni", che nel 1970 ne vendette la maggior parte degli arredi all'asta. Nel 1980 la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte provvede a sottoporre al vincolo monumentale e storico-artistico la struttura. Dieci anni dopo la proprietà dell’edificio passa definitivamente al Comune di Novara. Il degrado della costruzione costrinse al rifacimento della copertura nel 1999; arredi e decorazioni vennero asportati da incursioni vandaliche e alcune entrate sulla facciata principale verso il giardino vennero chiuse.
La casa è stata abitata dai suoi proprietari con molti inquilini alcuni dei quali di rilevante importanza culturale, come Antonio Calderara e la pittrice futurista Olga Biglieri, progettisti di fama e professionisti affermati quali l’architetto Luigi Vietti e l’ingegner Arialdo Daverio, giornalisti, poeti e scrittori come Ignazio Scurto e Sebastiano Vassalli che nel romanzo Cuore di pietra immagina la vita degli abitanti di quella enorme casa che considera la vera protagonista delle loro avventure nei decenni fino ai giorni nostri.