Le Miniere di sale di Bex e il Castello di Chillon
Foto di Livio G. Rossetti
Alla fine di agosto 2009, Novarseti ha organizzato una escursione in Canton Vaud per visitare la più importante miniera di sale della Svizzera alpina e, dopo il frugale pranzo "del minatore" in una delle ampie grotte della salina, nel pomeriggio, sulle sponde del Lago di Ginevra per ammirare il Castello sabaudo di Chillon. Partiti da Novara, abbiamo risalito la Valle d'Aosta, imboccata la galleria del Gran San Bernardo, poi giù verso Martigny, nel fondo valle, quindi verso Bex.
Miniere di Bex
La storia della Salina di Bex e delle sue Miniere di Sale è collegata alla scoperta di fonti salate nel cantone di Vaud, utilizzate a partire dallo scavo della prima galleria nel 1684. Una leggenda narra che fu un giovane pastore a scoprire il sale nascosto nelle acque di un ruscello dove si abbeveravano le sue capre, manifestando una netta preferenza per l'acqua di due sorgenti. Incuriosito, il pastore fece bollire quell'acqua in un calderone. Sul fondo della marmitta rimase un pizzico di materia cristallina bianca. La storia del sale di Bex era iniziata.
Quella di Bex oggi è l'unica miniera di sale ancora in attività in Svizzera.
Giunti nei pressi della miniera, sia pure preparati dall'aver visto delle immagini in Internet, abbiamo preso visione diretta delle dimensioni del mezzo che ci avrebbe portato nel cuore della miniera: un trenino quasi in miniatura. Dopo pochi minuti di attesa è venuto il momento di salire sul trenino dei minatori che ci trasporterà nel cuore della miniera. Il viaggio dura circa sette minuti per percorrere 1,5 Km della galleria del «Bouillet». Prima dell'apertura di questa galleria, i minatori scendevano da un'apertura praticata più in alto utilizzando una stretta rampa di scale lungo la quale i minatori dovevano risalire col loro carico di rocce per 700 scalini; ogni 100 vi era uno spazio dove potevano riposarsi.
Questa galleria è stata scavata interamente con la forza delle braccia, un'opera iniziata nel 1811 e durata 12 anni. Complessivamente vi sono circa 50 km di gallerie e ben 35 sono stati scavati utilizzando solo martello e scalpello.
Il piccolo treno giunge alla stazione St. Pierre, 450 metri sotto terra. I pochi minatori rimasti, quattro, lavorano un chilometro più lontano ed utilizzano il medesimo trenino; in passato erano un centinaio. All'interno della miniera l'aria è perfettamente respirabile e la temperatura è di 17° tutto l'anno con un'umidità dell'80%.
Dopo un paio di centinaia di metri dalla stazione, si giunge in un vasto serbatoio, il Reservoir rond, una grande grotta scavata nel 1826. Questi serbatoi servivano in passato per immagazzinare l'acqua dove veniva fatta macerare la pietra, estraendone poi il sale. Nel 1984, quando la miniera è stata aperta al pubblico, il "Serbatoio rotondo" è stato trasformato per accogliere i visitatori con una presentazione audiovisiva sulla storia della miniera e delle diverse tecniche utilizzate per estrarre dalla roccia l'oro bianco. Nella "Sala dei cristalli", la miniera diventa un museo con le vecchie lampade, scarponi d'epoca, martelli corrosi dal sale, bigonce per il trasporto delle pietre, carrelli che viaggiavano su "rotaie" di legno, strumenti di ogni genere.
Da una fontana sgorga l'acqua satura di sale (circa 200 grammi per litro) che è quasi 10 volte superiore a quella che si trova del Mediterraneo. Finalmente si arriva in un'altra enorme sala chiamata "Le Dessaloir" che può contenere fino a 200 persone, dove consumeremo il pranzo "del minatore": raclette con patate bollite, un bicchierino di vino e un dolce un po' alcolico. Al termine si riprende il trenino e, all'uscita, in un minuscolo chiosco, gli immancabili acquisti di sale delle Alpi e ricordini.
Château de Chillon
Il castello di Chillon è situato sulla riva del lago di Ginevra, vicino Montreux. Il complessoè formato da 100 costruzioni indipendenti che furono gradualmente unite sino a formare un unico edificio.
Le parti più vecchie del castello si ritiene che risalgano al 1160 circa. Dalla metà del dodicesimo secolo il castello fu dimora estiva dei conti di Savoia e non fu mai conquistato dopo un assedio, ma cambiò proprietà mediante trattative.
Edificato sopra un'isola rocciosa e mostra ad est (verso la terraferma) una doppia cinta muraria, feritoie ed un fossato. Vi sono 3 corti che si succedono dall'entrata: la bassa corte,la corte del castellano e la corte d'onore. La stanza dei conti di Savoia è abbellita da affreschi del XIV secolo con bestiame al pascolo mentre la cappella ha affreschi con righe ondulate e figure religiose.
Esso fu reso popolare da Lord Byron, che scrisse il romanzo "Il prigioniero di Chillon" nel 1816, su François de Bonivard, un monaco e politico ginevrino che vi fu imprigionato dal 1530 al 1536. In realtà non vi erano delle vere e proprie prigioni ma delle enormi cantine dove venivano conservate le derrate alimentari.