La Tricky Tour di Novara ha organizzato una gita giornaliera a Bergamo, Capitale della Cultura 2023 assieme a Brescia, e al Castello di Malpaga, dove si svolge la visita guidata.
Il castello di Malpaga è ubicato nel comune di Cavernago, alle porte di Bergamo. Un tempo fu il centro del "Principato" che Bartolomeo Colleoni, condottiero al soldo di Venezia ma anche di Milano, si era costruito, partendo dall'acquisto nel 1456, dal comune di Bergamo, il castello diroccato di Malpaga con l'intenzione di farne la propria residenza; lo fece ristrutturare, trasformandolo in un vero castello-fortezza inespugnabile, sistemando gli alloggiamenti per i suoi soldati, ma anche una magnifica residenza. Colleoni volle affermare e manifestare il suo prestigio di condottiero e il suo potere attraverso la cultura, il bello, e opere d'arte. Dopo essere passato nelle mani dei Martinengo che si erano imparentati mediante matrimonio della figlia, il castello fu soggetto a interventi di rielaborazione nei secoli XV e XVI. Le pareti del castello furono quasi interamente affrescate e nei secoli furono affrescate nuove immagini su quelle precedenti.
La visita è iniziata dal piano superiore del castello dove sono presenti la sala con camino e le camere da letto decorate da affreschi.
In quella che era la stanza privata del Colleoni, privata del caminetto per ragioni di sicurezza, vi sono ora degli affreschi staccati da altre stanze che rappresentano le virtù mediante figure femminili, vi è poi un piccolo affresco sacro quattrocentesco con la Madonna e il Bambino, e una figura di vecchio alato che richiama al dovere del silenzio.
Bartolomeo Colleoni (nato nel 1395/1400 – morto a Malpaga il 3 novembre 1475) fu un condottiero e capitano di ventura al soldo di chi pagava meglio; era di stirpe longobarda e apparteneva alla nobiltà cittadina, come indicava la sua arma araldica che rappresenta graficamente il cognome del proprio casato che era: Coglione, trasformatosi in Colleoni, ma in tutti i documenti ufficiali fu sempre usato il termine Coleus, vale a dire Coglione, rappresentato con orgoglio nel suo stemma, assieme ai gigli d'oro dello stemma dei d'Angiò e alle fasce di Borgogna. Il nome risulta in un documento del 1123, attribuito al capostipite della famiglia, Gisalbertus (nome di origine longobarda) Attonis detto Il Colione, figlio del notaio Attone, che discendeva da un ramo della famiglia Suardi, e che il quell'anno era console di Bergamo.
La sua fama di condottiero nasce in numerose battaglie, ma soprattutto nel periodo 1447-1449 durante l'assedio del castello di Bosco Marengo contro le truppe francesi del duca di Orléans, la battaglia di Romagnano Sesia e poi quella di Borgomanero contro le truppe del Duca di Savoia, riportando in poco tempo tre vittorie complete che condurranno alla tregua tra il Ducato di Milano e il Ducato di Savoia. Quelle tre battaglie gli diedero una fama internazionale e venne onorato come uno dei più grandi condottieri.
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La visita si conclude nel Salone dei Banchetti e poi nel Cortile d'Onore. Alcuni affreschi sono deteriorati, altri sono stati rovinati o deturpati, ma alcuni hanno ancora colori vivi, soprattutto quelli che immortalano la la visita del re Cristiano I di Danimarca, illustrando il corteo regale, l'ospitalità del Colleoni, i banchetti, i tornei e le scene di caccia. Questi affreschi sono stati realizzati dopo la morte del Colleoni, e sono attribuiti al Romanino. Allo stesso pittore è stato attribuito l'affresco della parete del Cortile d'Onore, rappresentante la battaglia della Riccardina, battaglia combattuta e vinta dal Colleoni. L'affresco si trova all'aperto ed è deteriorato dall'esposizione alle intemperie e alla luce del sole.
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Ripartiamo con il nostro bus davanti al castello e in breve tempo giungiamo a Bergamo, nel punto in cui parte, a 271 metri s.l.m., la funicolare che porta le persone a Bergamo Alta, a 356 metri s.l.m. La coda è assai lunga e si opta per il bus, ma quando arriva è pieno e non si ferma. I più sportivi decidono di superare il dislivello tra le due parti della città, pari a 85 metri, a piedi mentre un gruppetto di vecchietti (me compreso) salgono su dei trabiccoli moderni, poco sicuri, e vengono scaricati a cinquecento metri dall'agognata meta, il ristorante Il Sole, nell'angolo della Piazza Vecchia.
L'abitato di Bergamo è suddiviso in due parti, la «Città Bassa», cioè dei borghi bassi e la «Città Alta», in passato chiamata "la Città", la nostra meta, in quanto ospita la maggioranza dei monumenti d'epoca e più rinomati della città, mentre la parte Bassa, pur essendo di antica origine, è stata resa in parte più moderna da interventi urbanistici dell'Ottocento e del Novecento, mentre la parte Alta ha mantenuto l'ordinamento medievale e rinascimentale. Le due porzioni dell'abitato sono separate dalle mura venete, annoverate dal 2017 fra i patrimoni dell'umanità tutelati dall'UNESCO.
In latino classico il toponimo inventato dai romani era Bergomum, mentre nel latino tardo era Bergame. Il toponimo nel locale dialetto è ancora oggi Bèrghem. Varie sono le ipotesi sull'origine antica del toponimo, in quanto si dovrebbe fare appello a qualche tribù celtica germanica del centro-nord Europa (Cultura di Hallstatt, dell'età del bronzo e prima età del ferro, 1.200-500 a.C.) o a una delle Gallie (Cultura di La Tene, fase più recente dell'età del ferro, tra il VI secolo e il 50 a.C.), oggi francesi e ai loro precedenti nomi celtici, o preceltici, dai quali deriverebbe Bèrghem, di cui Bergomum sarebbe stata successivamente la versione latina; la parola berg nel celtico indica una protezione, fortificazione o dimora, e poi i romani associandolo a Bergimus, dio celtico dei monti o delle dimore; in tedesco moderno Berg significa "montagna", e Heim significa "dimora"; dopotutto le antiche culture celtiche conosciute non parlavano una sola lingua.
La prima occupazione del territorio bergamasco è quella dei Liguri e poi dei Celti, più precisamente gli Orobi, seguita da quella dei Cenomani e dei Senoni, altre tribù celtiche.
I Romani arrivano molto dopo e la Gallia Transpadana viene annessa alla Repubblica romana e dal 49 a.C. anche Bergomum diviene un municipio romano. I Romani riedificano il centro secondo gli assi cardo-decumano. A seguito della caduta dell'Impero romano, la città viene ripetutamente saccheggiata, fino all'arrivo dei Longobardi nel 569, che vi insediano un ducato. Spodestati nel 774 dai Franchi, di origine tedesca, con l'incorporazione del Regno longobardo nell'Impero carolingio, la città viene retta da una serie di vescovi-conti. Nel 904 re Arnolfo, conferisce al vescovo Adalberto (altro nome longobardo) piena giurisdizione politica e civile sulla città, giurisdizione vescovileche termina nel 1098, quando Bergamo diventa Libero Comune, e dopo un paio di guerre contro Brescia, si unisce alla Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa del Sacro Romano Impero. A partire dal XIII secolo Bergamo cade sotto l'influenza dei Visconti di Milano, che fortificano la Cittadella. Dal 1428 Bergamo entra a far parte dei domini della Repubblica di Venezia che ricostruisce la città vecchia, erigendo possenti mura difensive. Il dominio veneto continua fino all'epoca napoleonica quando, dopo la breve esperienza della Repubblica Bergamasca, della Repubblica Cisalpina e del Regno d'Italia, con la Restaurazione, Bergamo cade nella sfera austriaca sotto il Regno Lombardo-Veneto. Bergamo prende parte al Risorgimento fornendo buona parte dei Mille. Giuseppe Garibaldi stesso entra in città, con i suoi Cacciatori delle Alpi, nel 1859. Dal 1860 Bergamo è parte del Regno d'Italia, e poi della Repubblica Italiana.
Bergamo è ubicata in territorio pedemontano, dove l'alta pianura incontra i colli delle Prealpi Bergamasche, a metà strada tra i fiumi Brembo e Serio. Il nucleo antico della città è stato fondato sui colli, e la tradizione parla di sette colli (Colle Aperto, Colle San Giovanni, Colle San Salvatore, Colle di Rosate, Colle di Gromo, Colle Santa Eufemia e Colle San Michele del Pozzo). Il principale corso d'acqua della città è il torrente Morla che scorre per lunghi tratti interrato al di sotto di strade e parcheggi. Inoltre la città, come molti territori posti tra alta e bassa pianura lungo la linea dei fontanili, è attraversata da un sistema di rogge usate per lungo tempo per l'irrigazione delle campagne e, un tempo, per azionare mulini e filatoi. La Città Alta poggia su un sistema di colli, propaggine meridionale delle Prealpi Orobie prima della pianura.
Bergamo è una delle poche città capoluogo italiane, assieme a Ferrara, Lucca, Verona, Padova, Treviso e Grosseto, il cui centro storico è rimasto completamente circondato dalle mura che, a loro volta, hanno mantenuto pressoché intatto il loro aspetto originario nel corso dei secoli. I bastioni vennero costruiti tra il 1561 e il 1588 su ordine del doge in quanto Bergamo, come città posta alla frontiera ovest della Repubblica Veneta, poteva essere facile preda degli stati confinanti.
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La Piazza Vecchia, che si trova sul vecchio foro romano, è la piazza posta sulla parte alta della città, sede per molti secoli dell'attività politica e civile cittadina. La piazza era collegata attraverso il porticato del Palazzo della Ragione con l'attuale Piazza del Duomo. Gli scavi, eseguiti presso la biblioteca civica Angelo Mai, hanno riportato alla luce l'antico cardo che percorreva questa area; solo con il Medioevo divenne il centro cittadino, con la costruzione del Palazzo della Ragione nel XII secolo sede del comune. Gli edifici che la circondano furono edificati a partire dal XV secolo dando alla piazza la forma rettangolare quasi perfetta, portandola a diventare, con l'attigua piazza Duomo, il centro monumentale più importante di Bergamo. Al centro della piazza si trova la Fontana Contarini, costruita nel 1780. Un lato della piazza è occupato dal Palazzo Nuovo, oggi biblioteca Angelo Mai, di fronte, sull'altro lato della piazza, si trovano il Palazzo della Ragione con la sala delle capriate, il Palazzo del Podestà, e una antica Torre Civica denominata il Campanone, che ancora oggi alle ore 22,00 scocca 100 colpi, quelli che in passato annunciavano la chiusura notturna dei portoni delle mura venete.
Entramdo nella Piazza del Duomo, sulla destra isolato, è ubicato il Battistero. Vi era già alla costruzione della chiesa nel 1137 un fonte battesimale, unico per tutta la città, dove ogni sabato santo il vescovo di Bergamo amministrava il sacramento del battesimo. Il nuovo battistero fu costruito nel 1340 da Giovanni da Campione: era originariamente collocato all'interno della basilica dove vi era l'antica fontana di Antescolis. Nei secoli successivi fu più volte spostato; infine l'intera struttura fu ricostruita nel cortile della canonica nel 1856. Oggi è ospitato sul lato ovest della piazza del Duomo, in asse con la facciata della cattedrale e quasi a ridosso della cappella Colleoni.
La Cattedrale di Sant'Alessandro è il principale luogo di culto cattolico ed è chiesa madre dell'omonima diocesi. È dedicata a Sant'Alessandro, patrono di Bergamo, ed è situata di fianco al Palazzo della Ragione e alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Soltanto durante i lavori di restauro, iniziati nel 2004, sono stati rinvenuti resti risalenti all'età romana, che hanno permesso di ricostruire gli edifici che si sono susseguiti nell'area della zona in cui si trova il Duomo.
L'interno della cattedrale di Sant'Alessandro presenta una pianta a croce latina, con navata unica che si apre sulle cappelle laterali. Nel transetto di destra vi è il grande Altare dei santi Fermo, Rustico e Procolo progettato da Filippo Juvara, in quello di sinistra l'altare dedicato alla Madonna della Pietà. La cappella del Crocifisso conserva un crocifisso del '500 della ex chiesa di Santa Maria di Rosate. Al centro del presbiterio si trova il moderno altare composto da mensa in marmo con il prezioso paliotto argenteo seicentesco al centro del quale si trova l'urna d'argento contenente le spoglie di Sant'Alessandro donata dal consiglio della città nel 1702.
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La Basilica di Santa Maria Maggiore, con i suoi bei portali laterali nord e sud di Giovanni da Campione, è ubicata in piazza del Duomo, con metà facciata coperta dalla arrogante e sontuosa cappella Colleoni. Edificata nella seconda metà del XII secolo, l'esterno conserva le linee architettoniche romanico-lombarde originarie, mentre l'interno reca i segni architettonici dei vari periodi che si sono susseguiti dall'epoca della sua costruzione ed è decorato in stile barocco (tra 1600 e 1700). Era in origine la chiesa battesimale della cattedrale di San Vincenzo, sorta accanto al complesso della curia vescovile.
Secondo la tradizione popolare, la chiesa fu edificata per un voto fatto alla Madonna dai bergamaschi perché proteggesse Bergamo dalla peste che si stava abbattendo sul nord Italia, ma la chiesa risulta esistente già nell'VIII secolo. L'iscrizione posta sul portale dell'ingresso meridionale, detto dei "Leoni bianchi", fa risalire la ricostruzione della basilica al 1137 per opera del comacino magistro Fredo, con la posa della prima pietra da parte del vescovo Gregorio. Alla chiesa che si chiamava di Santa Maria, venne aggiunto "Maggiore", ad indicarne la ricostruzione. L'esterno della chiesa testimonia la sua costruzione in due tempi differenti, la zona absidale, il braccio settentrionale del transetto e nella parte inferiore del braccio meridionale in arenaria grigia, mentre in arenaria ocra chiara nelle parti rimanenti.
La pianta originale era a croce greca con sette absidi, tre centrali e quattro sul transetto, delle quali ne rimangono tre: l'abside di nord-ovest fu fatta abbattere nel 1472 da Bartolomeo Colleoni per far posto al suo mausoleo. Per prima fu costruita la parte tra l'abside centrale e il transetto e nel 1187 vennero completati il presbiterio e le absidi sul lato est del transetto. Nella basilica si tenevano le assemblee del popolo, secondo una pratica diffusa durante il periodo dei liberi comuni, ma sul finire del Duecento la situazione politica cambiò, Bergamo passò ai Visconti, poi alla Repubblica di Venezia; la basilica gradualmente perse il suo ruolo politico-sociale e le rimase solo quello spirituale. Nel corso del XIV e XIV secolo i lavori furono ripresi dai maestri campionesi, con l'aggiunta del battistero, prima all'interno dell'edificio (1340) e il rifacimento dei due protiri (1353 quello verso il palazzo comunale, 1360 quello sulla piazzetta di Antescolis). Il 10 settembre 1574 san Carlo Borromeo iniziò la sua visita pastorale nella città orobica, e fu in ottemperanza alla consegna del presule che gli affreschi trecenteschi sparirono dalla basilica iniziando una trasformazione della chiesa.
La basilica è caratterizzata dalla mancanza di un ingresso centrale e della facciata, infatti questa è cieca in quanto faceva parete unica con l'antico palazzo vescovile. I quattro accessi alla chiesa sono tutti laterali. Sul transetto settentrionale, in piazza del Duomo, si apre la porta detta dei "Leoni rossi" con protiro di Giovanni da Campione e a sinistra di questa, a ridosso dell'abside, l'ingresso secondario. Tra le due porte sono infisse nel muro le antiche misure di Bergamo a cui i tessitori e i commercianti facevano riferimento. La porta settentrionale, detta dei Leoni rossi, è sormontata da un protiro di Giovanni da Campione, datato 1353 ma con importanti rifacimenti di fine Trecento. Al di sopra del protiro una loggia di tre spazi contiene le statue di santi e al centro la statua equestre di sant'Alessandro. Ancora al di sopra, si trova la Madonna col Bambino affiancata da due sante (1398). La cupola ha la forma ottagonale e fu affrescata nel 1521 da Gian Paolo Cavagna con l'Incoronazione della Vergine, angeli e profeti.
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L'interno della basilica conserva l'impianto romanico a croce greca con tre navate divise da pilastri che finiscono con l'abside, ma la decorazione è stata realizzata nel XVII secolo dallo stuccatore Giovanni Angelo Sala con il figlio Gerolamo. Lungo le pareti e ai pilastri sono appesi degli arazzi, in parte eseguiti a Firenze (1583-86) su disegno di Alessandro Allori e in parte di fattura fiamminga (secolo XVI-XVII), che rappresentano scene della Vita di Maria. Sopra l'arazzo che rappresenta la Crocifissione, eseguito ad Anversa nel 1698, è il dipinto di Luca Giordano con il Passaggio del mar Rosso (1681). A sinistra dell'ingresso vi è il monumento sepolcrale del cardinale Guglielmo Longhi, di Ugo da Campione (1319-1320). Sulla parete di fondo, il monumento funebre a Gaetano Donizetti (1855). Un crocifisso ligneo del Trecento pende sopra la balaustra del presbiterio.
Poco oltre vi è un coro ligneo disegnato da Bernardino Zenale e da Andrea Previtali. Gli stalli del coro e le tarsie dell'iconostasi, che raffigurano racconti biblici, sono stati eseguiti tra il 1522 e il 1555 su disegno di Lorenzo Lotto da Giovan Francesco Capoferri e Giovanni Belli. Le differenti cromie sono date dal diverso tipo di legno, mentre sfumature di colore e profondità d'immagine sono ottenute con infusi d'erbe e utilizzo di sabbia calda. Essendo in restauro, e lo stesso avviene direttamente sul posto, mediante un passaggio tra pareti di vetro ho potuto fotografare le opere sottoposte al lavoro dei tecnici in ambiente controllato.
Il coro è composto da diversi stalli destinati al capitolo. L'altare è affiancato da due grandi banchi che hanno tre stalli ognuno. Oltre vi sono altri stalli riservati ai cittadini di maggior rilievo, generalmente deputati del Consiglio Minore o reggenti della Congregazione della Misericordia Maggiore. Nel 1524, probabilmente prevedendo l'usura del tempo, i consorziati decisero di richiedere anche delle tavole di protezione per le tarsie, veri e propri coperchi mobili, che dovevano essere a monocromo, mentre per le tavolette principali era prevista una decorazione policroma. I coperti da applicare su ciascuna tarsia dovevano presentare simboli e allusioni alle scene sottostanti. La realizzazione dei "coperti delle tarsie" resta un caso unico nella storia dell'Arte. Lotto chiamò questi coperti "Imprese". Nelle due ultime immagini vi è rappresentata la tarsia che rappresenta il Diluvio universale e il suo coperto.
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Alla testata del transetto destro vi sono affreschi trecenteschi d'ispirazione giottesca di autore ignoto con l'Ultima Cena (1347), ma che per caratteristica artistica sono riconducibili al Maestro dell'albero della Vita. Nella parete meridionale, a destra dell'abside, si trova il grande affresco dell'Albero della Vita opera sempre del medesimo maestro (1342-1347). La parte superiore è nascosta dal grande dipinto di Pietro Liberi raffigurante il Diluvio universale realizzato nel 1661.
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La Cappella Colleoni, è un edificio rinascimentale edificato per volere di Bartolomeo Colleoni quale suo mausoleo su progetto di Giovanni Antonio Amadeo. Si trova addossata alla basilica di Santa Maria Maggiore e venne costruita tra il 1470 e il 1476 ma non completata e alcune opere vennero aggiunte successivamente. Colleoni voleva la centralità del mausoleo sulla piazza e per questo ottenne di demolire la sagrestia della basilica e del porticato antistante e di occupare parte della parete della medesima basilica. Non potendo fare scattare foto all'interno, mi sono limitato a riprodurre due sole immagini (foto 217 e 218) trovate, tra le molte, in Internet.
Il lavatoio pubblico di via Lupo è diventato uno dei simboli della città. Nella città di Bergamo erano presenti fin dal medioevo numerose fontane, almeno sedici attive sulla parte alta della città. Nel 1889 l'antico sistema idrico dei Visconti, ormai obsoleto, venne messo in disuso con la realizzazione del nuovo acquedotto. Il lavatoio fu costruito nel 1891. L'amministrazione cittadina, che aveva già adeguato le forniture delle acque per la parte bassa della città, costruì nuove fontane e lavatoi in via Boccola, in Borgo Canale e in via Lupo, in modo che anche la parte alta della città potesse avere un servizio migliore. La fontana rimase in funzione fino alla metà del XX secolo salvandosi dalla sua rimozione grazie alla sua elegante conformazione e perchè divenne attrattiva turistica e uno dei simboli cittadini. Il lavatoio, rinnovato nel 2020, è in marmo, con una grande vasca suddivisa in diverse parti. Ha un'elegante copertura in ghisa e lastre di lamiera a forma di tetto spiovente in stile liberty che dà alla fontana una sua identità particolare e che riporta la data di costruzione.
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Terminata la visita dei principali monumenti della città alta, assieme ad un gruppo di gentile signore, passo dopo passo con alcune pause di riposo sono sceso lungo la strada in acciottolato e alcuni tratti con scalini sino al punto in cui eravamo scesi dal bus che poco dopo ci ha ripresi per riportarci a Novara, alla sede della SUN, in via Generali.
Rimane la spiegazione dell'ultima foto: era un piccolo desiderio salire sulla funicolare; con tante volte che sono stato a Bergamo Alta, sono salito sempre in auto e in compagnia. Ma anche questa volta, causa la lunga coda di turisti alla partenza, non ci sono salito, per cui alla foto non mia è stato dato un effetto distorto, come in un sogno...