Marché au Fort de Bard

Foto di Livio G. Rossetti e Anna Maria Bojeri

Domenica 9 ottobre 2016

Bard

L'occasione di questa breve visita al Borgo e al Forte di Bard è l'annuale grande Marché au Fort dell’enogastronomia valdostana al quale partecipano 96 produttori con i tipici prodotti del territorio.
Bard è un piccolo comune di 135 abitanti della Valle d'Aosta ed è il comune più piccolo della Valle d'Aosta. Il toponimo "Bard" deriva dal celtico bar che designa una rocca, un luogo fortificato, e non dal vocabolo francese "bar" indicante il barbo, un pesce d'acqua dolce che si ritrova sullo Stemma comunale. È situato presso una gola posta dove la valle della Dora Baltea tocca il suo punto più stretto. Nel punto in cui il fiume compie una brusca svolta, si innalza una roccia su cui è ubicata la fortezza ottocentesca.
Bard è un passaggio obbligato della antica Via Romana Consolare delle Gallie, per la sua posizione strategica, ha da sempre rappresentato un baluardo contro le invasioni ed è quindi stato fortificato fin dai tempi più antichi. La fortezza che lo domina, le cui origini risalgono all’epoca medioevale (1034), è la più imponente realizzazione di architettura militare in Valle d’Aosta e fu edificata dove già Salassi e Romani avevano costruito loro opere difensive. Dal 1242 passò di proprietà dai feudatari di Bard ai Conti di Savoia che da allora ne mantennero il dominio.

Il borgo di Bard è collegato a Hône da un ponte medioevale sulla Dora. La zona attorno all'odierno borgo venne abitata sin dal Neolitico, come testimoniano incisioni rupestri. Per lungo tempo dominio della signoria dei Bard, il borgo omonimo, per la sua posizione strategica al centro di una profonda ed angusta gola, era considerata nell'antichità un sicuro baluardo contro le invasioni. Bard, oltre allo storico forte, presenta ancor oggi il tipico assetto urbano del borgo medioevale, con edifici risalenti al XV e XVI secolo, fra cui la Casa del Vescovo, Casa Valperga, Casa Ciucca e Casa della Meridiana. Di particolare eleganza il palazzo dei nobili Nicole, ultimi conti di Bard, risalente al Settecento. Nel vecchio borgo è possibile visitare anche Casa Challant. Le sue costruzioni unite tra loro da archi, conservano portali, bifore e finestre crociate realizzate con diversi materiali.
Nella piazza ove è situato il nuovo municipio, si erge la chiesa parrocchiale intitolata all'assunzione di Maria, la cui storia risale al XII secolo. Nella forma odierna a una sola navata, preceduta da una scala in pietra e da un porticato, fu realizzata verso la metà del XIX secolo. Il campanile ha mantenuto forme romaniche: esso ha forma di imponente torre quadrata sulla quale si aprono finestre monofore e bifore. Nei pressi del forte si trova un importante geosito archeologico con incisioni rupestri e uno "scivolo delle donne". Nel centro storico di Bard passa il percorso della Via Francigena, proveniente da Arnad e Hône, dopo l'attraversamento del ponte sulla Dora Baltea, e diretto successivamente verso Donnas e Pont-Saint-Martin.






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Archéoparc di Bard

Il Geosito archeologico di Bard (Archéoparc), conserva formazioni geologiche e incisioni rupestri risalenti al Neolitico. Sono presenti numerosi segni dell'esistenza dell'antico ghiacciaio che occupava la valle della Dora Baltea fino a circa 10.000 anni fa: emergenze rocciose con segni di erosione e dossi modellati dalla pressione della massa glaciale in forme allungate, massi erratici sparsi e marmitte dei giganti. L'azione glaciale è dovuta all'azione millenaria del ghiacciaio quaternario Balteo che in epoche remote, dopo aver raggiunto la pianura canavesana generando l'anfiteatro morenico di Ivrea, si ritirò lasciando numerose testimonianze del suo passaggio.
Alcuni massi sono stati utilizzati dalle popolazioni locali per tracciarvi segni: sono presenti serie di coppelle attribuite all'età del bronzo e interpretate come mappe.
Su due rocce inclinate di pietra scistosa sono visibili delle incisioni preistoriche e i cosiddetti "scivoli delle donne", testimonianza di un antico rito legato alla fertilità femminile. Al centro della roccia principale si trova un masso erratico alto circa 2 m, attorno al quale si raggruppa la maggior parte delle incisioni. Sul lato ovest sono presenti almeno 18 coppelle e un motivo a reticolato. Sul lato nord, invece, si trova una figura enigmatica, lunga circa 1,20 m, per ora unica nel suo genere nell'ambito del'arte rupestre alpina. Si tratta di un elemento centrale formato da 2 linee parallele dalle quali si dipartono delle propaggini serpentiformi.

Le incisioni sono realizzate con la tecnica della "martellina", ovvero picchiettando ripetutamente la roccia con una punta in pietra che funge da scalpello e con una pietra più grossa utilizzata come martello. Le raffigurazioni sono difficilmente databili, sia per il fatto di essere simboliche, sia per la mancanza di un contesto archeologico, anche se è possibile effettuare dei confronti con esempi simili in Valle d'Aosta e nel resto dell'arco alpino.
Alla luce di questi dati si può attribuire il sito di Bard all'incirca all'Età del Rame (metà IV - fine III millennio a.C.). Per quanto riguarda gli scivoli, questi appartengono ad un'epoca successiva, dal momento che hanno parzialmente cancellato le figure a cui sono sovrapposti.
























Il Forte di Bard

Il Forte di Bard, rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione, rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento. La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica, posti a diversi livelli, tra i 400 e i 467 metri, dal più basso, l'Opera Ferdinando, a quello mediano, l'Opera Vittorio, e al più alto, l'Opera Carlo Alberto per un totale di 283 locali.
L'Opera Ferdinando si presenta a forma di tenaglia ed è costituita da due corpi di fabbrica, l'Opera Ferdinando Inferiore e l'Opera Ferdinando Superiore. L'Opera Mortai, collocata alle sue spalle, e l'attigua Polveriera, ospitano i locali destinati ai laboratori didattici. A circa metà della rocca sorge l'Opera Vittorio, che ospita Le Alpi dei agazzi.
Al culmine del rilievo, la più imponente delle tre opere è formata da una cinta su cui si appoggiano tutti i fabbricati e che racchiude al suo interno l'Opera di Gola, con il relativo cortile, posta a difesa del lato sud, e l'Opera Carlo Alberto con il grande cortile quadrangolare della Piazza d'Armi.
Il primo piano dell'Opera ospita il Museo delle Alpi. Al pianterreno, lungo il Deambulatorio che si affaccia sulla grande Piazza d'Armi, si affacciano gli spazi dedicati alle mostre temporanee (Cannoniere, Cantine, Corpo di Guardia). All'interno dell'Opera Carlo Alberto si trovano anche le Prigioni, 24 celle di detenzione disposte lungo quattro sezioni. Le anguste celle dove venivano rinchiusi i prigionieri hanno dimensioni molto ridotte, circa 1,3X2 metri.
La sommità della rocca è raggiungibile grazie a tre ascensori panoramici che dal Borgo consentono l'accesso all'Opera Carlo Alberto e quindi al Museo delle Alpi, alle sale dedicate alle mostre temporanee e alle piazze.






















































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Terminata la visita al Forte abbiamo consumato un veloce pranzo, quasi freddo, poco curato e molto costoso, poi una breve camminata ad Hone, attraverso l'antico ponte medioevale, il tutto in una giornata nuvolosa, a tratti soleggiata, ma senza pioggia che invece ci aveva accompagnato per lunghi tratti al mattino.